Disabilità e voglia di famiglia: la battaglia di Max Ulivieri

Max Ulivieri, affetto da malattia neuropatica, ha vinto la battaglia per avere una famiglia

Il desiderio di una famiglia : la nascita di Sophie

Ha finalmente vinto la sua battaglia per avere una famiglia e sul finire dello scorso aprile Max Ulivieri è divenuto papà della splendida Sophie. Max è affetto da una rara patologia genetica, la CMT1A, che da un lato ha ostacolato il suo desiderio di essere genitore, ma d’altra parte gli ha permesso di incontrare la donna della sua vita.

Max è il fondatore del Comitato Lovegiver per l’assistenza sessuale in Italia e attraverso il suo blog ha avuto l’occasione di conoscere sua moglie Enza. L’interazione in rete è stata sufficiente a far scattare la scintilla tra i due che hanno deciso di sposarsi e insieme hanno trovato il coraggio di diventare genitori.

Enza da sempre è la più coraggiosa” ha dichiarato Max e grazie ad accertamenti medici insieme hanno appurato che sarebbe andato tutto bene. Le ultime fasi della gravidanza sono state vissute in piena pandemia da Covid 19, ma questo non ha limitato la grande gioia che la coppia ha provato nel poter stringere tra le braccia la neonata di casa Ulivieri.

“Ora che sono padre sono io a prendermi cura di qualcuno”

Tra le più grandi fonti di gioia per Max c’è la possibilità di aiutare e accudire qualcuno.

Una delle sensazioni più incredibili che mi fa provare mia figlia è quella di prendersi cura di un’altra persona anche fisicamente. Dopo una vita che tutti si devono prendere cura di me.

Maximiliano Ulivieri – fonte : Twitter

Già in gravidanza ha dovuto adattarsi al minor supporto che sua moglie poteva offrirgli ed ora si occupa anche della piccola. Le dà infatti da mangiare, la pulisce e le è vicino per farla addormentare. Azioni semplici, ma assolutamente non banali per chi vive una grave patologia.

Dalla sua felicità emerge anche un certo spirito di rivalsa. Max ipotizza infatti che in molti, vedendolo con sua figlia e sua moglie, faticheranno a immaginare che si tratti di una famiglia e più probabilmente penseranno che si tratti di un disabile accompagnato da una badante.

Insomma la sola esistenza della sua realtà segna un punto importante nella lotta ai pregiudizi che vogliono le persone con disabilità confinate nei loro ambienti e privi del conforto dell’amore.
E proprio su questo fronte lo spirito battagliero di Max sembra essere rinvigorito dalla paternità.

L’assistenza sessuale per disabili, un diritto per cui Max continuerà a battersi

Ora che ha conosciuto la gioia della paternità, Max Ulivieri è ancora più deciso a battersi affinché altri disabili possano avere il diritto di fare esperienza del sesso e maturare una relazione con il corpo tale da consentire di metter su famiglia.

Più che mai il dibattito sul ruolo delle assistenti sessuali è infatti molto acceso. Se c’è un fronte che accomuna questo ruolo a quello di una prostituta numerose sono le aperture all’idea che questa sia una professionalità grazie a cui anche chi ha patologie importanti può entrare in contatto con il suo corpo e attraverso la consapevolezza di sé vivere in maniera completa anche la dimensione affettiva.

A tal proposito Max tiene a precisare che non solo l’assistente sessuale non può essere una persona che semplicemente vende il suo corpo, ma deve trattarsi di una figura formata per affrontare situazioni complicate. Per avere a disposizione staff qualificati Ulivieri propone corsi di formazione e l’istituzione di un apposito albo.

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