Educazione sessuale: nasce a Bologna la prima Tabooteca

A Bologna, al Centro di Documentazione delle Donne, arriva la prima Tabooteca d’Italia, che si rivolge alla popolazione dei più piccoli.

Un progetto che già fa discutere e che arriva a toccare temi molto delicati come la contraccezione, l’anatomia dell’apparato riproduttivo, gli orientamenti sessuali e le identità di genere.

Educazione sessuale: nasce a Bologna la prima Tabooteca

Molte critiche sono state mosse dall’opinione pubblica in merito all’iniziativa di educazione sessuale promossa dal progetto Tabooteca.

Lo scopo di questa speciale biblioteca è quello di mettere a disposizione dei minori, ma non solo, una serie di giochi in scatola e strumenti didattici che possano offrire lo spunto per conoscere meglio il proprio corpo, averne rispetto ed educando al consenso.

Tutti questi temi, considerati da sempre dei tabù per le giovani generazioni, devono essere affrontati con consapevolezza e razionalità e, attraverso l’educazione e il gioco, possono essere ampiamente affrontati, in uno spazio apposito o anche solo in famiglia.

Le reazioni in merito alla prima Tabooteca di Italia

Non sono mancate forti critiche per la prima Tabooteca d’Italia, presentata dall’Associazione Orlando all’interno del Centro di Documentazione delle Donne, a Bologna.

Secondo l’Onlus Pro Vita & Famiglia, i temi proposti ai bambini, le cui fasce d’età partono dalla scuola materna, non rappresentano un intento educativo, bensì la volontà di queste associazioni di voler mostrare a tutti i costi un’ideologia sessuale per minare l’innocenza dei bambini.

Stando alle dichiarazioni della Onlus, dunque, il tentativo di indottrinare i più piccoli sui temi dell’inclusione di genere e sui contenuti sessualmente espliciti, non rappresenta una buona opportunità, in quanto si parla di argomenti non adatti alla loro età.

I referenti della Pro Vita & Famiglia, Francesco Perboni e Simone Ortolani, sostengono che l’educazione sessuale per i bambini vada attuata rispettando la loro innocenza, senza metterli in pericolo e, pertanto, chiedono agli amministratori del comune di Bologna di intervenire a tal proposito.

Dello stesso avviso è anche il consigliere leghista del Comune di Bologna, Matteo di Benedetto che ha aggiunto, inoltre, che questo compito spetta alla famiglie e che non vanno sperperati i soldi pubblici per iniziative di questo genere.

Fonte immagini : Centro delle donne di Bologna

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