Gran Bretagna: bambino di 2 anni morto di fame e sete trovato accanto al corpo del papà

19 gennaio 2024 –

Prima di iniziare a raccontarvi questa storia tragica accaduta in Gran Bretagna durante le feste di fine anno, vorremmo fare una premessa: pubblichiamo la storia del piccolo Bronson, morto a 2 anni, di fame e di sete non per gusto di cronaca nera fine a sé stessa, ma perché forse un’epilogo del genere si poteva evitare.

La storia di Bronson, morto a 2 anni di fame e sete

In una tragica vicenda nel Lincolnshire, in Inghilterra, un bambino di 2 anni, Bronson Battersby, è morto di fame e sete dopo che il padre, Kenneth, è deceduto a causa di un infarto. Purtroppo la morte del papà era avvenuta probabilmente una decina di giorni prima che le forze dell’ordine scoprissero ciò che era accaduto nella loro abitazione a Skegness. Il corpo del bambino è stato trovato accanto a quello del papà.

Nonostante la famiglia fosse seguita dagli assistenti sociali, l’ultimo controllo risale al 2 gennaio. In quella data, l’assistente sociale non riuscì ad entrare in casa poiché Kenneth non aprì la porta. La polizia fu avvertita, ma solo il 9 gennaio l’assistente sociale riuscì ad entrare nell’abitazione utilizzando una chiave fornita dal proprietario dell’immobile, trovando la tragica scena.

La madre del piccolo, Sarah Piesse, 43 anni, aveva visto suo figlio l’ultima volta prima di Natale. I due erano separati e non si capisce ancora bene a chi fosse stato affidato il bambino. Kenneth era disoccupato e soffriva di problemi cardiaci, che avevano già causato problemi di salute nei mesi precedenti alla sua morte.

Si sospetta quindi che il papà Kenneth sia morto di infarto non prima del 29 dicembre. L’autopsia ha confermato invece che Bronson è morto successivamente per fame e disidratazione, non potendo a quella tenera età chiedere aiuto o provvedere a sé stesso da solo in casa. Il Consiglio della Contea del Lincolnshire ha iniziato un’indagine sulla morte di Bronson, che era già stato classificato come un bambino vulnerabile, sottoposto a controlli mensili dai servizi per l’infanzia.

Una famiglia lasciata a se stessa: si poteva evitare?

Ancor prima che scatti il giudizio sulle colpe e responsabilità singole di questa tragica notizia, ricordiamo che ogni famiglia e contesto sociale presentano situazioni molto particolari che vanno al di là della nostra comprensione.

La madre, ha accusato i servizi sociali di non essere intervenuti prima, ma forse non spettava a loro irrompere in casa senza preavviso. Sappiamo che anche i vicini hanno poi dichiarato di aver sentito piangere un bambino dalla casa accanto, avrebbero potuto o no fare la differenza?

Ma in realtà in questi casi, ci dovrebbe essere lo spazio solo per l’empatia e per ragionare su questo: questa famiglia ha ricevuto tutto l’aiuto che poteva ricevere? E non parliamo dei servizi sociali, o delle forze dell’ordine, che sono intervenuti, forse tardi o forse hanno fatto tutto quello che era possibile. Parliamo della responsabilità collettiva dell’indifferenza e della distanza sociale per una famiglia in palese difficoltà.

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