“Hai talento e sei incinta? Ti assumo!”

Oggi, tornando da scuola con mia figlia, ho sentito alla radio una notizia, una di quelle che quasi fatichi a crederci. Quasi al termine della gravidanza, firma un contratto di lavoro. E già nella mia testa sono partiti tutti gli stereotipi del caso “ma dai, sarà in Finlandia”, insinua la solita vocetta maligna. Ma poi afferro un nome: Martina.

Martina è un nome italiano”, mi dico. “Davvero in Italia c’è qualcuno che fa una cosa del genere?” E così mi appassiono alla storia e ne approfondisco i contenuti.

La storia di Martina, assunta al 9 mese di gravidanza

Martina, una donna di 36 anni, riceve una chiamata di lavoro da Samuele Schiavon e Stefano Serena. 

La ragazza, seppur felice di questa proposta, fa subito presente che è in evidente e avanzato stato di gravidanza (era, all’epoca della chiamata in dolce attesa da 7 mesi), aspettandosi di conseguenza un “ok, grazie. Arrivederci”.

Quello che non avrebbe mai potuto prevedere era che i due uomini le dicessero di andare a firmare il contratto ugualmente e che avrebbe cominciato a lavorare dopo la fine del suo congedo di maternità.

Nessuna discriminazione per una lavoratrice incinta

Questa storia ha lasciato tutti esterrefatti, ma credo che sia quello che ci vuole per ritrovare un po’ di ottimismo. Ma cosa ha spinto i due imprenditori ad assumere Martina?

  1. Il talento di Martina: i due uomini, avevano già visto Martina lavorare e sapevano che era davvero brava e talentuosa, quindi temendo che qualcun altro avesse potuto assumerla prima di loro al termine della maternità le hanno offerte il contratto;
  2. Esperienze personali: è lo stesso Schiavon a dichiarare che anche sua moglie è stata licenziata perché in dolce attesa. L’uomo, come tutte noi, s’interroga sui motivi per cui una gravidanza debba rappresentare una condanna per la vita lavorativa di una donna e decide di essere lui a fare il primo passo verso il cambiamento.

Pensando a questa storia e ai miei trascorsi, probabilmente uguali a quelli di molte di voi mi vengono in mente le parole di Carmen Consoli: “il Bel Paese premia chi più merita”. Per una volta, per questa vota è proprio vero. Brava Martina, complimenti! Speriamo che questo esempio faccia riflettere un po’ tutti!

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9 commenti

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  1. Peccato che dopo i tre mesi di obbligatoria a maggio sia obbligata a ricominciare a lavorare senza neanche poter decidere di rimanere a casa 🏡 con la facoltativa per svezzarsi la propria bambina😟😟