I ricoveri in Neuropsichiatria Infantile in aumento del 180%: l’impatto del digitale e degli smartphone sui bambini

I dati degli ultimi 10 anni mostrano come sono aumentati i ricoveri nei reparti di Neuropsichiatria Infantile in Emilia Romagna, una tendenza che purtroppo fa emergere l'impatto anche della tecnologia digitale sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini

13 maggio 2025 –

Negli ultimi dieci anni, i ricoveri in Neuropsichiatria Infantile sono aumentati in modo allarmante, segnando un incremento del 180%. Questo dato, diffuso dalla Regione Emilia-Romagna, accende i riflettori su un fenomeno sempre più preoccupante: l’esposizione precoce e incontrollata dei bambini a smartphone e dispositivi digitali.

Smartphone e infanzia: un’accoppiata rischiosa per lo sviluppo neurologico

L’uso prolungato e non mediato degli schermi fin dalla prima infanzia è ormai riconosciuto da numerosi studi come un fattore di rischio per il neurosviluppo. Disturbi del linguaggio, difficoltà di attenzione, problemi comportamentali e disregolazione emotiva sono solo alcune delle conseguenze associate alla sovraesposizione digitale nei primi anni di vita.

Secondo una ricerca pubblicata su JAMA Pediatrics, i bambini di 2-3 anni che trascorrono molto tempo davanti a tablet o smartphone sviluppano, nel tempo, una minore capacità di autoregolazione comportamentale, condizione che può perdurare anche negli anni successivi, oltre ad accentuare i sintomi della depressione nei ragazzi.

Questo è l’avvertimento che gli specialisti continuano a lanciare da quando abbiamo iniziato a riflettere sui bambini “nativi digitali”: in un mondo complesso come il nostro non possiamo dimenticarci di come le tecnologie condizionano le nostre vite e quelle dei nostri figli, nel bene e nel male.

A Bologna il 22 maggio si svolgeranno gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza un momento di incontro e riflessioni per indagare sul rapporto tra minori e digitale

L’effetto degli schermi sulla regolazione emotiva dei più piccoli

L’utilizzo dei dispositivi digitali per calmare i bambini o distrarli in momenti di disagio può compromettere la naturale evoluzione delle capacità emotive. Uno studio del 2024 ha dimostrato che i bambini tra i 2 e i 5 anni, tranquillizzati regolarmente con tablet o smartphone, mostrano maggiori difficoltà nel gestire rabbia e frustrazione nel lungo periodo.

Questo approccio, se ripetuto nel tempo, rischia di ostacolare lo sviluppo di strategie autonome di autoregolazione, rendendo i bambini più vulnerabili a stress, ansia e problemi relazionali.

Per contrastare questa tendenza, le principali autorità sanitarie internazionali – tra cui l’American Academy of Pediatrics (AAP) – consigliano di evitare completamente l’uso di schermi sotto i 2 anni e di limitarlo a massimo un’ora al giorno tra i 2 e i 5 anni, sempre sotto la supervisione di un adulto.

In alternativa, viene suggerito di incentivare attività che stimolino la creatività e le relazioni sociali: lettura condivisa, giochi simbolici, esperienze all’aria aperta e interazione con i coetanei.

Il caso Saint Albans: vietati gli smartphone fino ai 14 anni

Nel Regno Unito, dove non esiste ancora una normativa nazionale che limiti l’uso degli smartphone nelle scuole, una cittadina ha deciso di agire autonomamente. A Saint Albans, oltre 30 scuole hanno lanciato una campagna per vietare gli smartphone ai minori di 14 anni, chiedendo ai genitori di firmare un patto in cui si impegnano a rimandare l’acquisto del primo dispositivo digitale.

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A un anno dall’avvio dell’iniziativa, i risultati sono stati sorprendenti: la percentuale di bambini con smartphone tra i 10 e gli 11 anni è passata dal 75% al 12%. I presidi riportano una maggiore capacità di concentrazione in classe, un incremento dell’interazione tra compagni e una significativa riduzione della sedentarietà.

Ma sono molti altri i paesi e le scuole che vanno in questa direzione, come l’Irlanda dove ben otto scuole hanno aderito all’iniziativa “It takes a Village”.

Meno schermi, più interazione: verso un’infanzia più sana

L’esperienza di Saint Albans offre uno spunto importante anche per il contesto italiano, dove iniziative simili sono ancora sporadiche, ad esempio grazie all’iniziativa di Patto per l’educazione digitale.

Negli ultimi mesi un’iniziativa già nota dei pedagogista Daniele Novara e dello psicoterapeuta Alberto Pellai è stata rilanciata dal Consiglio Regionale delle Marche : la petizione “Stop smartphone e social sotto i 14 e 16 anni” ha già raccolto 100.000 firme.

Ridurre l’accesso precoce alla tecnologia non significa ostacolare il progresso, ma piuttosto tutelare la salute mentale e lo sviluppo equilibrato delle nuove generazioni.

La tecnologia può essere una risorsa, ma solo se utilizzata con consapevolezza. In un mondo sempre più connesso, il ruolo di famiglie, scuole e istituzioni è centrale nel tracciare un percorso educativo sano, dove gli strumenti digitali non sostituiscano, ma affianchino le esperienze reali e le relazioni autentiche.

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