Il bambino risponde male: cosa fare

Se il bambino risponde male non bisogna necessariamente allarmarsi. Si tratta di una fase normale nel percorso di crescita, che indica l’inizio del processo di auto-affermazione che il piccolo sta affrontando per rivendicare la propria individualità rispetto ai genitori. Vediamo come è più corretto reagire davanti ad episodi di questo tipo.

Perché il bambino risponde male

A quale genitore non è mai successo che il proprio bambino abbia risposto male? Solitamente, nella fascia d’età tra i 4 e i 12 anni, un atteggiamento di questo tipo è normale ed indica l’ingresso del piccolo nella difficile fase dell’affermazione della propria individualità. Spesso i bambini utilizzano frasi che possono sembrare cattive nei confronti dei genitori quando questi impongono loro dei limiti: quando, ad esempio, al bambino si nega o si impone qualcosa, questo dimostra la propria rabbia rispondendo male. Tale atteggiamento è un primo passo del piccolo per manifestare la propria indipendenza e la propria volontà di prendere una decisione diversa da ciò che dicono mamma e papà.
Superati i 12 anni, con l’ingresso nella fase dell’adolescenza, questo bisogno di auto-affermazione diventa ancora più forte e talvolta si manifesta con frasi ancor più pesanti, che talvolta possono nascondere anche una richiesta di attenzioni.

Come rispondere alla rabbia del bambino

Di fronte ad una frase cattiva detta dal bambino è necessario prima di tutto razionalizzare ed evitare di farne un dramma. É evidente che il piccolo non pensa davvero ciò che ha detto, e che la frase uscita dalle sue labbra è solo un’espressione della fase complicata che sta affrontando dentro di sé.
Evitiamo, quindi, di sgridarlo o di assumere nei suoi confronti un atteggiamento offeso: in entrambi i casi il rischio è che il bambino sia sopraffatto dai sensi di colpa e che non riesca più ad esternare quello che ha dentro.
La reazione più corretta è sicuramente quella dell’ascolto: cerchiamo di dimostrarci accoglienti, facendo capire al piccolo che accettiamo il fatto che lui sia arrabbiato. In questo modo il bambino potrà sentirsi compreso e arriverà a capire che non è sbagliato esprimere le proprie emozioni, imparando quindi con il tempo ad esternarle in modo diverso.
Anche nel caso degli adolescenti vale la regola di non prendere le frasi dette dai ragazzi alla lettera; in questo caso, però, è necessario ancora più tatto e comprensione, dimostrando sempre un grande rispetto per le loro emozioni ed i loro sentimenti, ma comunicando con fermezza che i genitori non devono essere trattati in quel modo e che il rispetto non deve mai venir meno.

Uno degli strumenti che può venirvi in soccorso è il silenzio attivo, ovvero la decisione di sospendere la comunicazione con il figlio/i per un tempo definito fino a quando lui/lei non avrà messo di avere atteggiamenti irrispettosi nei vostri confronti.

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