Il figlio autistico vola da solo: il gesto di una mamma

La storia commovente che ha per protagonista un bambino autistico e il suo angelo custode si svolge dentro un aereo diretto verso Portland, dove il piccolo viaggia per la prima volta da solo senza la mamma.

Il primo viaggio di Landon verso Portland

Landon è un bimbo autistico di 7 anni che vive a Las Vegas. Quando sua mamma decide di farlo partire con l’aereo per andare a trovare il padre a Portland il piccolo non riesce a contenere la gioia.

Ma il figlio autistico come avrebbe affrontato il viaggio completamente da solo? E come avrebbe potuto aiutarlo sua madre da lontano? Ecco i dubbi che hanno sconvolto per giorni la donna, che alla fine ha preso la sua decisione di chiedere aiuto allo sconosciuto che avrebbe avuto il posto accanto al suo bambino. E così, munita di carta e penna, gli scrive un biglietto dove gli descrive la situazione e lo invita a rassicurare Landon e a non arrabbiarsi per le possibili e ripetute richieste del piccolo su quando fossero giunti a destinazione. Inoltre, inserisce nel biglietto 10 dollari per il disturbo e come ringraziamento. Il gesto della mamma è insolito ma premuroso.

Lo sconosciuto che diventa un angelo custode in aereo

Il fortunato passeggero che si è visto assegnare il posto accanto al bimbo autistico di Las Vegas che vola da solo è Ben Pedraza. Accoglie con curiosità quel biglietto consegnato dal bambino di 7 anni che gli sedeva accanto tutto solo.

Capisce però subito la situazione e si trasforma il quel compagno di viaggi che tutte le mamme vorrebbero accanto al figlio in condizioni simili. I due diventano amici e si scattano anche selfie da mandare alla mamma per rassicurarla che va tutto bene: il viaggio procede in allegria, senza paure o altri problemi. Ma l’angelo custode di Landon dimostra la sua nobiltà di cuore anche al momento di incassare i 10 dollari: perché prendersi quel denaro se ha trascorso delle ore in piacevole compagnia? Così decide di donarli ad un’associazione per bambini autistici, dimostrando ancora una volta che per fare del bene non serve necessariamente avere qualcosa in cambio. Il sorriso di quel bimbo era più che sufficiente.

 

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