Uccide il figlio autistico e si toglie la vita: ‘come farà da grande?’

Provincia di Treviso: un uomo ha ucciso il figlio di 2 anni perché autistico e poi si è tolto la vita, convinto che non avrebbe avuto nessun futuro.

Omicidio-suicidio di padre e figlio a Treviso

Egidio Battaglia è un quarantatreenne della Provincia di Treviso. A suo figlio, 2 anni, è stata diagnosticata una forma di autismo che lo preoccupa moltissimo.

In particolare, l’uomo non riesce ad immaginare il futuro del suo piccolo una volta che lui e la moglie non saranno più in vita. Queste considerazioni sono state trovate nella lettera di addio lasciata dall’uomo sul tavolo della cucina dopo il suo folle gesto.

L’uomo, dopo che la moglie era andata al lavoro, ha infatti strangolato il piccolo e si è tolto la vita tagliandosi la gola. Il fatto è stato scoperto dal nonno, che aspettava Egidio e il figlio per pranzo. Non vedendoli arrivare e non riuscendo a contattarli si è recato a casa della famiglia Battaglia, trovando la tragedia ormai compiuta e la lettera di addio. L’uomo lavorava in una fabbrica di macchine impastatrici, mentre la moglie per una cooperativa.

Vivere con un figlio autistico: il messaggio di Nico Acampora

La famiglia Battaglia era molto unita e non aveva problemi di coppia o di carattere economico. Una diagnosi di autismo può però fare moltissima paura e gettare in una depressione da cui è difficile uscire.

Il futuro di chi deve vivere con un figlio autistico appare fosco anche perché lo Stato spesso interviene in modo insufficiente.

Insegnanti di sostegno che mancano o arrivano ad anno inoltrato, l’impossibilità di trovare un lavoro, l’emarginazione dai compagni sono solo alcuni dei problemi che un ragazzo autistico dovrà affrontare nella sua vita, mentre le terapie sono estremamente costose e non sempre vengono fornite dal Servizio Sanitario.

Ovviamente il comportamento del padre di Treviso non può essere né compreso né scusato, ma questa tragedia porta porta ancora una volta alla luce quanto crescere un figlio autistico in Italia oggi sia considerato estremamente impegnativo, con gli aiuti da parte dello Stato e della società spesso estremamente carenti. 

Nico Acampora, papà di un altro bambino autistico e fondatore della onlus PizzaAut, ha scritto su Facebook un toccante messaggio per sensibilizzare su questa tema, estremamente delicato e purtroppo ancora poco sentito:

UCCIDE IL FIGLIO AUTISTICO DI 2 ANNI ED IO GLI CHIEDO SCUSA.

Ho ricevuto la diagnosi di autismo di mio figlio quando aveva 2 anni.
Dopo essere stati ricoverati per 15 giorni in ospedale per effettuare una serie di test.

Ricordo quei giorni come fosse ieri, eppure sono passati 10 anni.
Ricordo la paura negli occhi di mia moglie, ricordo la mia paura…ricordo i sensi di colpa, ricordo lo sgomento e l’angoscia.

Ricordo quando arrivò il referto, in una busta chiusa.
Due minuti con la dottoressa che ce lo consegnò… Poi ricordo la paura, ricordo il buio negli occhi, ricordo il gonfiore di lacrime che non avevo mai pensato di piangere così grandi… Ricordo che abbracciavo Stefania, che lei abbracciava me.. Eppure ci sentivamo soli con un presente assordante ed un futuro cieco… Non riuscivamo a condividere nemmeno l’angoscia perché era troppa ed ognuno si aggrappava alla sua.
Ricordo che in strada svenni… Ricordo la confusione e che mia moglie piangeva.

Ci sono voluti mesi e anni per trasformare questo dolore in azione, in cambiamento in amore, in amore per mio figlio e per gli altri ragazzi autistici che ho incontrato durante l’avventura di PizzAut.
Anni per avere consapevolezza, anni per decidere di trasformare la sofferenza in motore di cambiamento e nel progetto PizzAut.

Lo ricordo come fosse successo ieri e oggi l’ho rivissuto di nuovo… ed ho pianto di nuovo.

NESSUNO SI PERMETTA DI GIUDICARE QUESTO PADRE CHE SI È TOLTO LA VITA DOPO AVERLA TOLTA AL PROPRIO FIGLIOLO…
ABBIATE RISPETTO DI QUESTA SOFFERENZA, ABBIATE RISPETTO DI UN DOLORE COSÌ ESTREMO.
HO LETTO COMMENTI SOTTO L’ARTICOLO CHE MI FANNO VERGOGNARE DI APPARTENERE ALLA RAZZA UMANA…

Invece di commentare a cazzo combattete insieme a noi per un mondo che non ci faccia tremare, combattete insieme a noi quando a scuola non arriva l’insegnante di sostegno e vi lamentate perchè il bambino disabile rallenta la classe…

Combattete insieme a noi quando la squadra di calcio di vostro figlio non prende nostro figlio ma voi state in silenzio…

Combattete insieme a noi quando nessuno cerca nostro figlio per fare i compiti o andare al cinema…

Combattete insieme a noi quando lo Stato non da le terapie e bisogna fare un mutuo per pagarle privatamente…

Combattete insieme a noi quando i nostri bimbi diventano grandi e nessuno li prende a lavorare…

COMBATTETE INSIEME A NOI INVECE DI ESPRIMERE GIUDIZI DEL CAZZO…

Non lasciamo solo nessun genitore nell’angoscia di un futuro che sembra già scritto.

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