Intossicazioni alimentari: come evitarle quando si è in vacanza

Qualche anno fa siamo rimasti profondamente turbati dalla notizia di un bimbo di 6 anni deceduto a causa di un’intossicazione alimentare mentre era in vacanza a Sharm el-Sheikh con i genitori. Una vacanza programmata da mesi, che doveva essere un momento di relax e di gioia per la famiglia, e che invece si è trasformata in una drammatica tragedia.

Il caso ha riacceso i riflettori su un problema da non sottovalutare che riguarda in primo luogo la sicurezza alimentare. Le intossicazioni causate dal cibo sono un problema molto serio e possono portare a gravissime conseguenze e in rari casi anche alla morte.

Per questo è necessario conoscere quali sono i cibi da evitare e come intervenire in caso di sospetto avvelenamento, soprattutto quando ci si trova in vacanza all’estero con i bambini.

Cos’è l’intossicazione alimentare?

L’intossicazione alimentare è causata da batteri, virus o tossine presenti nel cibo che mangiamo. In particolare, la contaminazione può avvenire a causa della presenza di microrganismi inquinanti nell’acqua, per una cattiva conservazione degli alimenti oppure per le scarse condizioni igieniche della cucina in cui il cibo è stato preparato.

Quando siamo in viaggio in un Paese straniero il rischio di contrarre un’intossicazione alimentare aumenta ancora di più in quanto si potrebbe essere esposti a batteri contro i quali non possediamo anticorpi, non conosciamo la provenienza del cibo che mangiamo e non sempre viene garantito il rispetto delle norme igieniche.

L’intossicazione alimentare è particolarmente grave e potenzialmente pericolosa per la vita dei bambini piccoli e in generale di tutte le persone con un sistema immunitario più debole. L’OMS stima che ogni anno nel mondo sono all’incirca 125 mila i bambini al di sotto dei 5 anni di età che muoiono a causa di una malattia di origine alimentare.

Quali alimenti evitare e cosa fare in caso di sospetta intossicazione alimentare?

Quando siamo in viaggio è sempre meglio consumare cibi cotti, in quanto le alte temperature uccidono gli eventuali batteri riducendo il rischio di contrarre infezioni.

L’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica suggerisce alcuni comportamenti da rispettare per evitare di incorrere in problemi legati all’intossicazione alimentare, in particolar modo quando ci troviamo in paesi lontani.

In primo luogo, bisogna prendere precauzioni evitando i seguenti alimenti:

  • Carne e pollame crudi
  • Pesce o crostacei crudi o poco cotti, comprese ostriche, vongole, cozze e capesante
  • Uova crude o poco cotte o alimenti che potrebbero contenerle, come gelato fatto in casa
  • Verdure crude
  • Succhi e sidri non pastorizzati
  • Latte e latticini non pastorizzati
  • Formaggi a pasta molle, erborinati o non pastorizzati

In secondo luogo bisogna prestare molta attenzione a non bere acqua corrente di rubinetti o fontanelle, bibite con ghiaccio nei locali o mangiare street food.

Intossicazione alimentare: i sintomi a cui prestare attenzione

I sintomi di intossicazione alimentare variano a seconda della fonte di contaminazione. La maggior parte causa problemi gastrointestinali che danno origine ad uno o più dei seguenti sintomi:

  • Nausea
  • Vomito
  • Dissenteria
  • Dolore addominale e crampi
  • Febbre

I sintomi possono iniziare poche ore dopo aver mangiato il cibo contaminato, come accade per la salmonella e il norovirus oppure possono iniziare giorni o addirittura settimane dopo, come nel caso del Campylobacter, della Listeria e dell’E. Coli.

Quando si notano questi sintomi è bene non trascurarli e rivolgersi immediatamente ad un medico oppure raggiungere il pronto soccorso, dove si dovrà riferire in modo preciso la tipologia di cibo ingerito e la quantità.

Se si interviene precocemente infatti è possibile evitare di incorrere in complicanze gravi come l’insufficienza renale, disturbi neurologici, l’insorgenza di artrite o malattie che, come nel caso del povero bimbo palermitano, possono addirittura portare alla morte.

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