Istruire a casa i propri figli con l’homeschooling

Metodi educativi superati, scarsa motivazione degli insegnanti, programmi standardizzati e classi sovraffollate in cui il singolo si perde: sono solo alcuni dei motivi che i genitori che praticano l’homeschooling adducono per la loro scelta di non mandare nella scuola – tradizionalmente intesa – i propri figli, dedicandosi loro stessi all’educazione e alla formazione dei propri figli.

L’homeschooling

L’homeschooling è, in sostanza, un sistema di educazione e formazione che prevede che siano i genitori stessi a impartire l’educazione ai propri figli, senza iscriverli a una scuola.

In Italia l’homeschooling è possibile: infatti, la Costituzione parla di obbligo di istruzione e non di frequenza scolastica. Dunque, se un genitore vuole farsi carico personalmente (o tramite tutor da lui finanziati) dell’istruzione del proprio figlio non c’è nessun problema.

La scelta è, ovviamente, molto impegnativa, in quanto occorre comunque raggiungere gli obiettivi formativi e impartire tutte le nozioni che i bambini apprendono a scuola. D’altra parte, però, si ha carta bianca sul come e sul quando: ogni genitore, infatti, può decidere quale metodo educativo adottare e come gestire la suddivisione oraria, quali attività e quali uscite organizzare.

Naturalmente, non è semplice e, per questo, molti genitori prima di lanciarsi anima e corpo nell’homeschooling si dedicano a questa attività in maniera part-time. E del resto praticare l’homeschooling part time potrebbe essere sicuramente un’attività che tutti noi possiamo sperimentare: potremmo mettere alla prova le nostre capacità di formatori provando a insegnare qualcosa di nuovo ai nostri figli, ad esempio come suonare uno strumento musicale o qualche attività manuale, come il ricamo.

A livello burocratico, chi decide di praticare l’homeschooling deve presentare ogni anno una comunicazione al dirigente scolastico competente in cui spiega la sua decisione e quali motivi hanno portato questa soluzione. Non è ovviamente escluso che le autorità competenti si attivino per verificare che, effettivamente, il bambino assolva l’obbligo scolastico anche in questa modalità di insegnamento alternativa.

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