La febbre nei bambini: come curarla in modo naturale

La febbre nel bambino, specie se molto piccolo, crea ansia e apprensione nei genitori. Ci si dimentica che la febbre altro non è che una difesa dell’organismo e che quindi, nella maggior parte dei casi, dovrebbe fare il suo decorso.

In linea di massima, sono sufficienti alcuni accorgimenti, come non coprire troppo il bambino e areare bene la stanza dove riposa, perché la febbre passi rapidamente. Un bambino ammalato, inoltre, ha soprattutto bisogno di riposo e coccole, nonché di essere adeguatamente idratato con acqua o bibite naturali come succhi di frutta e tè verde leggero.

Se la febbre è molto alta, tanto da non consentire al bambino nemmeno di riposare vi sono alcuni rimedi naturali che possono aiutarlo a stare meglio.

Alcune piante come la liquirizia, la melissa, la camomilla e la menta piperita rappresentano ottimi coadiuvanti nel trattamento degli stati febbrili: in erboristeria è possibile trovare preparati naturali dosati correttamente in base all’età e al peso del bambino.

Un rimedio naturale, in grado di contrastare i batteri alla base dell’eventuale infezione che provoca l’innalzamento della temperatura corporea è rappresentato dall’aglio, un antibiotico naturale grazie alla presenza di allicina. Va detto, però che questa preziosa sostanza contenuta nel bulbo e capace di contrastare vari tipi di microrganismi (batteri, virus e funghi) è facilmente deteriorabile per cui è preferibile utilizzare agli provenienti da agricoltura biologica. L’inconveniente costituito dall’aglio è il suo cattivo sapore, nonché odore, che risulta poco gradito ai bambini. Per beneficiare delle sue proprietà è possibile utilizzarlo nella preparazione del brodo vegetale o del brodo di pollo.

Una bevanda con proprietà antipiretiche è il tè allo zenzero il cui gusto è particolarmente piacevole anche per i bambini.

Ovviamente questi consigli sono validi quando le condizioni generali del bambino non sono particolarmente preoccupanti, se il bambino è molto piccolo (meno di 6 mesi) o se non risponde alle sollecitazioni esterne è il caso di chiamare il pediatra.

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