“La maternità riguarda tutti”: parola del Presidente Mattarella

Il Novecento è stato un secolo che, per quanto riguarda le donne, passerà nella storia. E non è un gioco di parole: in pochi anni, le donne hanno saputo conquistare diritti fino ad allora inimmaginabili, affermando il loro ruolo sociale e contribuendo decisamente all’evoluzione e al progresso della società. Che si parli di lavoro così come di maternità.

Prendendo come riferimento le leggi che hanno riconosciuto nuovi e fondamentali diritti della donna in Italia, non possiamo non pensare subito alla legge sull’aborto e sul divorzio, entrambe degli anni Settanta, al diritto di voto universale, riconosciuto anche alle donne in occasione del referendum monarchia versus reubblica del 2 giugno 1946…

La strada fatta è stata significativa, ma – come abbiamo già detto altre volte – non basta: a essere carenti, in Italia, non sono tanto le leggi quanto la mentalità e l’opinione collettiva, in una parola la società, che deve ancora fare molto per riconoscere a pieno il ruolo della donna della società.

A sostenerlo non siamo solo noi, ma anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha espresso sostanzialmente questi concetti in un suo intervento, pubblicato sul Corriere della Sera del 2 ottobre. La progressiva emancipazione della donna ha portato benefici a tutta la società che, anche grazie alle donne, ha fatto significativi passi in avanti e si è modernizzata.

I posti di lavoro sono, naturalmente, i primi in cui la donna può affermare il suo ruolo sociale e implementare le misure a sostegno della conciliazione famiglia – lavoro è un primo, indispensabile passo, ma non deve essere l’unico. Se, infatti, i congedi di paternità, legalmente introdotti ormai da diversi anni anche in Italia, non sono hanno dato gli esiti sperati, ciò significa che da solo il legislatore non può fare miracoli.

Occorre dunque anche un cambiamento di mentalità che conduca a una più equa suddivisione dei compiti familiari che, così, non gravino solo sulle donne e, quindi, non si trasformino in un ostacolo all’affermazione sociale femminile.

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