La musica e i bambini, chi suona è meno ansioso

La musica fa bene al cuore, sia dei grandi che dei più piccoli. Riuscireste a immaginare un mondo senza musica? Certo che no.

Da anni i benefici della musica sono noti, non solo, anche le piante, secondo alcune ricerche, crescerebbero più rigogliose se esposte alle note musicali di uno strumento. Se però l’idea di sederci accanto al ficus benjamin a cantare i prossimi successi di Sanremo non ci ispira, pensiamo a quanto faccia bene la musica ai più piccoli.

Nulla di nuovo in questo senso, si era già acclarato che suonare uno strumento musicale sviluppasse diverse abilità nel bambino, come una migliore coordinazione motoria e una maggiore capacità di attenzione e concentrazione. Di recente però sono stati divulgati i dati di una nuova ricerca che non solo conferma quanto già si sapeva, ma mette in evidenza come chi si avvicini alla musica fin dalla più tenera età abbia meno probabilità di diventare ansioso e di sviluppare un cervello più reattivo nella terza età.

Lo studio in questione è stato condotto da James Hudziak, un docente di psichiatria statunitense e rivela qualcosa di davvero interessante. I dati raccolti e pubblicati sulla rivista medica Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry dimostrano che suonare uno strumento musicale aiuta ad avere un maggiore controllo emotivo, eliminando la tendenza a soffrire d’ansia. Per ottenere dati attendibili sono state studiate le risonanze magnetiche di 232 ragazzi tra i 6 e i 18 anni, analizzandone lo sviluppo cerebrale durante il corso del tempo.

Secondo gli studi, la corteccia cerebrale, durante la crescita modifica il suo spessore. Le zone più sottili in determinate aree del cervello, sarebbero la causa dei disturbi d’ansia e di possibili comportamenti violenti in età adolescenziale. I ragazzi e bambini che invece entrano presto in contatto col mondo della musica sviluppano determinate aree cerebrali, soprattutto grazie alla coordinazione dei movimenti richiesta dagli strumenti musicali, ma non solo. Lo spessore della corteccia in quelle aree che hanno a che vedere con le funzioni della memoria, sarebbe influenzato dalla pratica musicale.

Tutto questo permetterebbe ai bambini di gestire meglio l’emotività, ma anche di avere un cervello più elastico e funzionale anche in età adulta e da anziani.

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