La sordità selettiva infantile

I bambini sono affetti da sordità selettiva.

La malattia cresce con l’età fino a guarire da sola in età adulta

Più o meno.

Diciamo che dai 25/30 anni in avanti in genere si manifesta in rari e motivati casi.

Tipo con la suocera o il fidanzato in via di rottamazione, ecco, ma si tratta quasi di normalità.

In età infantile, invece, la sordità selettiva è più diffusa degli zaini delle Winx nelle prime elementari nazionali.

L’essere umano intorno al metro di altezza, infatti, com’è agevole constatare, è colpito da un particolare tipo di sordità che ha essenzialmente ad oggetto la voce della madre.

Tale voce viene assolutamente ignorata dall’apparato uditivo del bambino,  apparato che è pur perfettamente funzionante con qualunque altro suono.

Ad un accurato esame noterete che le trombe di Eustachio sono al loro posto, il padiglione auricolare è funzionante, il timpano integro.

Non cercate difetti di fabbricazione, non ne troverete.

Ma allora, che cos’è? Da cosa dipende?

La medicina tradizionale non ha risposte.

Esiste, tuttavia, un’ipotesi accreditata, la mia modestamente, che attribuisce la malattia in questione non al sistema-orecchio ma al sistema da me scoperto e ribattezzato come “cerebral-paraculo”.

La paraculaggine consisterebbe, secondo questa teoria scientificamente provata, sempre da me, in una particolare capacità sviluppata dai giovani neurotrasmettitori di far sì che il malefico cervello infantile percepisca perfettamente qualunque suono al di fuori di quelli da esso riconosciuti come ‘voce di madre incazzata’.

In particolare questo tipo di sordità colpisce per prima cosa, a riprova della paraculaggine infantile, i richiami,  i divieti, gli alt,  i no e  i “non fare”.

Si estende poi agli ‘smettila‘, ‘piantala‘ e ai ‘basta‘.

Nelle forme più gravi e recidive,  tipo quella che affligge mio figlio, arriva ad estendersi ai “ma non mi senti? “, “hai capito cosa ti ho detto? “, “sei sordo?”.

Incredibilmente l’attacco di sordità selettiva, anche il più acuto, passa all’istante con una minaccia di prossimo cataclisma tipo “ti butto via i Lego” per i maschi o “ti butto via le Barbie” per le femmine.

Attenzione,  quindi,  a non invertire o non otterreste la subitanea guarigione.

Resta ancora da spiegare perché questa malattia, pur costante e perdurante, non colpisca i giovani virgulti quando la mamma proferisca un “merda!” qualunque.

In quel caso, statene certe, l’udito infantile, in coalizione col cervello e in particolare con la zona connessa alla memoria di lunga durata, registrerà perfettamente l’improperio per restituirlo poi, contestualizzato, nel momento meno opportuno e che crei il maggior imbarazzo possibile.

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5 commenti

Rispondi a Klarissa ChiaraCancella risposta

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  1. ..ho 31 anni, e ne soffro ancora. xD
    quando mia mamma parte con le sue tiritere, il mio orecchio neutralizza la sua voce. giuro che non la sento.