L’etossichina non arriverà più sulle nostre tavole?

La spesa al supermercato prima di tornare a casa è una delle attività che noi mamme condividiamo: fra le corsie sempre piene, i bambini che fanno i capricci e il tempo contato, le probabilità di non leggere attentamente l’etichetta dei prodotti che mettiamo nel carrello sono davvero alte.

Un errore che, purtroppo, può pesare molto sulla nostra alimentazione perché, come ben sappiamo, un prodotto non vale l’altro.

È di questi giorni la notizia che il Governo italiano ha posto il divieto di utilizzare etossichina nel nostro Paese: l’etochissina è una molecola chimica ampiamente utilizzata per la conservazione della frutta fresca nel lungo periodo perché evita che la parte superficiale del frutto si riscaldi; numerosi studi hanno stabilito che questa molecola comporta dei gravi rischi per la salute del consumatore.

Nel 2011, la Commissione Europea aveva bandito l’utilizzo dell’etossichina in Europa, ma ciò non ha impedito che numerosi stati Extra-UE continuassero a farlo e, purtroppo, anche diversi stati comunitari, grazie a varie moratorie.
Ciò significa che sui banchi dei supermercati ci sono prodotti provenienti da paesi comunitari e non che utilizzano l’etossichina, con soglie che possono toccare anche i 3 PPM; fra i prodotti in cui l’etossichina viene ampiamente utilizzata ci sono le pere.

L’Italia, invece, ha bandito l’uso di questo agrofarmaco dai suoi prodotti per la sicurezza dei consumatori: quando facciamo la spesa, quindi, privilegiamo l’acquisto di frutta made in Italy sulla quale non viene utilizzata etossichina; meglio ancora se abbiamo l’opportunità di poter coltivare noi stesse i prodotti (frutta inclusa) che consumeremo, a garanzia della maggior genuinità dei nostri alimenti.

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