Lockdown e autolesionismo: sempre più adolescenti si sentono soli e fragili

Gli adolescenti soffrono profondamente per il lockdown e la situazione di continue limitazioni ed incertezze dovute alla pandemia, fino ad arrivare ad episodi di autolesionismo.

Giovani e lockdown

Il lockdown e le continue misure per contrastare la pandemia, fra cui un prolungarsi ormai quasi annuale della sospensione delle lezioni in presenza, rendono molto dura la vita ai giovani e agli adolescenti.

A pesare sui giovanissimi, secondo uno studio realizzato dall’ASL di Salerno, ci sono soprattutto la noia derivante dallo stare sempre in casa, la mancanza di interazioni sociali con i propri coetanei e l’impossibilità di fare sport e gestire il proprio tempo libero.

Queste forme di disagio sempre più intense si possono sfogare in diversi modi, fino ad arrivare ad episodi di autolesionismo, come avvenuto recentemente a Cernusco sul Naviglio, alle porte di Milano, dove una coppia di fidanzatini, un ragazzo di 17 anni e una quattordicenne, si sono procurati a vicenda delle ferite al volto. Si tratta ovviamente di un caso limite, ma il disagio degli adolescenti è sempre più evidente e gli episodi di autolesionismo, anche se non così eclatanti, sono in preoccupante crescita.

L’allarme è stato confermato anche dall’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma: il dottor Stefano Vicari ha dichiarato che durante la pandemia il numero dei casi registrati è aumentato del 30% e che gli accessi al pronto soccorso per episodi di autolesionismo sono all’ordine del giorno. Il 90% dei casi riguarda proprio giovanissimi, la sua testimonianza è preoccupante:

Si tagliano gli avanbracci, le cosce, l’addome. Altri tentano il suicidio. Buttarsi dalla finestra è il modo più usato tra i ragazzi tra i 12 e 15 anni, o l’ingerimento di un numero congruo di farmaci. A volte si impiccano, eccezionalmente usano armi da fuoco come invece avviene frequentemente in altri paesi come, ad esempio, gli Stati Uniti.

Genitori e adolescenti in pandemia

La situazione attuale ha portato giovani e giovanissimi a passare molto più tempo in casa. Questo però non ha giovato al rapporto fra genitori e figli, che appare più teso che mai. Gli adolescenti chiusi in un ambiente domestico se sentono imprigionati ed impossibilitati ad esprimersi liberamente come farebbero in un gruppo di coetanei.

Secondo la ricerca pubblicata dall’ASL di Salerno inoltre i giovani si sentono dimenticati dalle istituzioni, visto il prolungarsi del periodo di didattica a distanza e le poche iniziative che vengono prese per gli adolescenti in questo periodo.

Fra i giovani sono aumentati il consumo di tabacco e alcolici, gli stati depressivi e i disturbi alimentari e del sonno, tutti segnali di una situazione estremamente delicata.

Adolescenti e didattica a distanza

Adolescenti e giovanissimi sono in crisi anche per la prolungata assenza dalle aule. La sospensione della scuola era stata inizialmente festeggiata come una vacanza dai ragazzi italiani, ma l’interruzione delle lezioni ha portato anche alla sospensione, ormai da quasi un anno, della socialità e dei rapporti fra i ragazzi e i loro compagni di classe, spesso un nucleo sociale in cui si formano amicizie, amori e altri rapporti molto stretti.

Insomma i giovani sembrano soffrire in modo molto pronunciato soprattutto per l’impossibilità di passare del tempo con i propri coetanei e per il fatto che gli adulti sembrano ignorare la loro situazione. Questo porta anche ad una notevole incertezza per il futuro, soprattutto quello prossimo, che agli occhi dei giovani e giovanissimi appare dominato dalle preoccupazioni.

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