Non chiamateci matrigne, ma ‘mamme bonus’: la proposta di Gwyneth Paltrow

La famosa attrice Gwyneth Paltrow nel suo sito di lifestyle Goop ha invitato una terapeuta per affrontare il tema delle famiglie allargate e in particolare il ruolo della donna in relazione ai figli del proprio compagno, nati da relazioni precedenti.

Gwyneth Paltrow e il suo nuovo vocabolario

Gwyneth Paltrow già anni fà aveva proposto sul suo famosissimo sito Goop una rivisitazione del vocabolario comune: in occasione del suo divorzio con Chris Martin nel 2104 aveva parlato non di “divorzio” ma di “consapevole disaccoppiamento” (“conscious uncoupling”).

Questo neologismo è un modo efficace per connotare la separazione con un termine meno negativo, che possa avere un impatto consapevole e un significato che non rimandi a contese e rabbia, ma ad una consapevolezza nella separazione.

Questo termine venne coniato da una terapeuta famosa americana , Katherine Woodward Thomas.

Mamme bonus al posto di “matrigne”

Un nuovo termine secondo l’attrice Paltrow andrebbe coniato anche per indicare la nuova moglie di un padre di famiglia. Il termine “matrigna” ha sempre avuto nel suo immaginario collettivo una connotazione negativa: la matrigna di Cenerentola era quella cattiva, era colei che impediva alla nostra principessa di partecipare al ballo di corte.

Al posto di questo termine negativo Gwyneth Paltrow propone “mamma bonus” e questo è un termine a lei caro perchè anche lei stessa è diventata una “mamma bonus” a seguito delle sue seconde nozze con il produttore Brad Falchuk padre di due figli: Isabella e Brody.

“Trovo che sia molto più utile e ci aiuta a inquadrare meglio tutto ciò che ne deriva. I genitori bonus hanno paura di non conoscere la loro posizione”, ha spiegato l’attrice. Questo nuovo termine le piace tantissimo perchè è un termine affettuoso e non svilisce la figura di queste donne e inoltre sottolinea l’importanza dei veri genitori.

Non sono mancate le critiche a questo neologismo alcuni esperti hanno dichiarato che questo termine si preoccuperebbe solo delle necessità degli adulti di sentirsi rivalutati in una famiglia e non si prenderebbe cura dei piccoli che col termine “mamma bonus” farebbero confusione perchè di fronte a più “genitori” non saprebbero come comportarsi.

Il dibattito sul sito Goop si è poi allargato anche al termine di “padri bonus”, cioè alla necessità di attribuire questo neologismo anche ai padri. Voi cosa ne pensate?

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