Occhiali 3d, da usare moderatamente e sopra i 6 anni

La tecnologia ci regala tante novità che, in un lasso di tempo piuttosto breve, diventano praticamente irrinunciabili.

Questo è il caso del cinema 3D, quello da guardare con gli occhialetti e che, da qualche anno, ha una folta schiera di sostenitori.

Sono sempre di più le famiglie che, attratte da una grafica degna di menzione, più che dalla trama del film, portano i propri bambini al cinema per guardare oggetti e personaggi “uscire dallo schermo”. Come se non fosse sufficiente, le Tv che trasmettono programmi o leggono film in 3D hanno ottenuto un discreto successo, sebbene per i brand più blasonati i costi siano a dir poco proibitivi.

Ma c’è un rovescio della medaglia. Quale? La salute dei nostri figli. Da recenti studi è emerso che l’utilizzo degli occhiali 3D è dannoso, se non fatto nel modo corretto. In realtà questi occhialetti non sono una vera novità, sono comparsi sulle scene diversi anni fa, anche se la tecnica e la risoluzione delle immagini non ha nulla a che vedere con quella attuale. La differenza però sta nell’utilizzo. Se i bambini di 35 anni fa guardavano un solo programma con gli occhialetti 3D, oggi, la possibilità di fruire di diversi programmi registrati su vari supporti, induce a un uso sconsiderato dell’oggetto in questione.

Il Consiglio superiore della sanità però parla chiaramente e invita le famiglie a leggere bene l’opuscolo informativo contenuto nella confezione degli occhialetti, obbligatorio dal 1 febbraio del 2014. L’uso di tali occhiali è fortemente sconsigliato al di sotto dei 6 anni e, in ogni caso, non va protratto oltre la durata della visione del singolo film o programma 3D. Meglio quindi ritornare alle immagini tradizionali, e far lavorare i nostri bambini con la fantasia, piuttosto che regalare loro un mondo pre-masticato, se non sporadicamente.

 

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