I pediatri avvertono: antibiotici abusati, non ce ne saranno di nuovi per i prossimi 5 anni

Sale la febbre e la prima soluzione che viene in mente è prendere l’antibiotico, magari anche senza consultare il medico.

Un’abitudine sbagliata, perché l’antibiotico non è un farmaco universale utile contro qualsiasi tipo di febbre e infezione, anzi, il suo abuso crea una sorta di assuefazione e conseguente perdita di efficacia.

Per gli adulti e soprattutto per i bambini, gli antiobitici sono tra i farmaci più utilizzati in Italia, in particolare per combattere le infezioni delle vie respiratorie: secondo i dati dell’Osservatorio Arno aggiornati al 2011, il picco di utilizzo si ha fra i bambini di 1 anno (66%) e in quelli dai 2 ai 5 anni (65%). Il problema è che nell’assunzione di questi farmaci spesso domina il fai da te, mentre bisognerebbe sempre rivolgersi al medico, che prescriverà l’antibiotico solo in caso di infezione batterica (si badi bene, non virale).

Nel corso del 70esimo Congresso Italiano di Pediatria in programma a Palermo, gli esperti hanno reso noti dati allarmanti: in Italia la resistenza agli antibiotici è salita negli ultimi 10 anni dal 21 al 35%, e per i prossimi 5 anni non si potrà contare su nuove molecole. Ciò perché l’uso sregolato di antibiotici ha reso i batteri più resistenti a queste sostanze, e più deboli le nostre difese immunitarie.

Ad ampliare il quadro, già durante la Consensus Conference del 2013 si era stilato un elenco di patologie per le quali vanno usati gli antibiotici anche su pazienti in età pediatrica: si tratta, fra le altre, di polmonite, rinosinusite, otite medio-acuta e meningite.

In ogni caso, la parola d’ordine è seguire le indicazioni del medico, sia per il dosaggio che per il periodo di somministrazione (in genere 7-10 giorni).

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