Pregoressia: quando la paura di ingrassare in gravidanza diventa una psicosi

La pregoressia (o pregorexia) è un disturbo alimentare che colpisce le donne in gravidanza e la cui aumentata diffusione nei Paesi occidentali è fonte di seria preoccupazione nell’ambiente scientifico. Le donne affette da pregoressia vivono come un trauma il fisiologico aumento di peso indotto dalla gestazione, tanto da adottare stili di vita e regimi alimentari molto pericolosi, per sé e per il nascituro.

Cos’è la pregoressia

Che le donne in dolce attesa debbano controllare il peso ed evitarne gli eccessivi aumenti è una regola nota e sacrosanta ma, quando l’attenzione per la forma fisica diventa una mania, il rischio è di sviluppare un vero e proprio disturbo alimentare.

Il termine usato per definire tale disturbo è ”pregorexia” e nasce dalla fusione tra le parole inglesi ”pregnancy” (gravidanza) e ”anorexia” (anoressia). Purtroppo, questa condizione di malessere psicofisico colpisce sempre più gestanti e non è semplice da diagnosticare.

Vi sono comunque delle indicazioni eziologiche e dei campanelli d’allarme che possono aiutare a riconoscere la pregoressia fin dalle sue prime manifestazioni e quindi a combatterla. Secondo recenti studi, le donne affette da disturbi alimentari o facilmente influenzabili dagli stereotipi sono più predisposte alla pregoressia.

Pregoressia: sintomi e conseguenze

L’anteposizione della paura di ingrassare alla salute del feto è considerato uno dei sintomi di pregoressia, così come una concentrazione quasi esclusiva sul proprio aspetto fisico nonché il controllo maniacale delle calorie ingerite e del peso.

Anche la tendenza a saltare i pasti o l’esercizio di un’attività fisica eccessiva e pericolosa per la gravidanza sono segnali d’allarme che possono far pensare a un inizio di pregoressia. Se non affrontato subito, questo disturbo alimentare è causa di seri danni per la futura mamma (osteoporosi, ipertensione, anemia, diabete gestazionale) e può compromettere gravemente il percorso della gestazione e lo sviluppo del feto. Inoltre, un regime alimentare eccessivamente restrittivo e un’attività fisica incompatibile con lo stato gravidico rischiano di far insorgere la preeclampsia e di provocare un aborto spontaneo.

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