Primo intervento per il piccolo Mustafà, il bimbo siriano che ha conquistato l’Italia

Continua a emozionare la storia del piccolo Mustafà, il bambino di sei anni nato senza gambe né braccia, operato pochi giorni fa a Siena.
Un’intervento lungo e complicato, commenta il primario del reparto di pediatria, tuttavia andato perfettamente: si aprono ora nuove possibilità per il bambino e la sua famiglia, che si accinge a sperimentare nuove cure.

Un intervento di tre ore: la storia di Mustafà

Una complessa operazione di chirurgia pediatrica ha portato il bambino siriano Mustafà all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena, dove l’equipe di medici si è dimostrata impeccabile e preparata.
Il bambino di sei anni rappresenta l’ennesima vittima di un paese teatro di incessanti guerre: a causa infatti di un attacco chimico durante la gravidanza della mamma, il feto non ha potuto svilupparsi correttamente, apportando malformazioni al corpo di Mustafà, nato privo di arti sia superiori che inferiori.

Il padre, anch’esso vittima di guerra, ha perso una gamba in Siria poco tempo fa. Ma viene ritratto felice insieme al figlio nella toccante foto scattata dal fotografo turco Mehmet Aslan, con la quale ha vinto il primo premio ai Siena International Photo Awards 2021: padre e figlio sorridenti nonostante le mille difficoltà, un vero e proprio inno alla famiglia e alla forza della vita.

Il futuro di Mustafà: la terapia a Bologna

L’intervento di Siena ha aperto nuove speranze e possibilità per la famiglia di Mustafà, che a breve inizierà un nuovo percorso a Budrio, al centro protesi Inail di Vigorso.
Qui, raggiunti dalla madre e dai fratellini, padre e figlio valuteranno gli step futuri della cura, che sarà lunga e complessa, ma ha tutte le basi per migliorare la qualità della vita di Mustafà.

Dopo l’arrivo dalla Turchia, la quarantena e le attese dovute alla pandemia, finalmente adesso la strada verso un futuro più roseo sembra essere in discesa, e lo dimostra il contagioso sorriso di Mustafà, un sorriso pieno di speranza.

Foto : Eugenio Giani su FB

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