Rientro a scuola e classi pollaio: le proteste dei sindacati

Sono le classi pollaio che ancora una volta stanno facendo discutere per l’inizio dell’anno accademico 2023/2024; sembrava che la situazione dovesse essere risolta grazie al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e invece, come puntualizza la segretaria della Flc Cgil, “con le riforme sono state diminuite le autonomie scolastiche e non il numero dei ragazzi presente in aula”.

Anche quest’anno dunque torna l’annoso problema del sovraffollamento nelle classi, soprattutto nelle scuole superiori, dove le classi possono addirittura superare i 30 alunni.

Formazione classi: numero minino e massimo per ciascuna ciclo

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito stabilisce indicazioni circa il numero massimo e minimo di alunni costitutivo delle classi, con differenze che variano a seconda del ciclo scolastico, specificando però che “Il numero minimo e massimo di alunni costitutivo delle classi può essere incrementato o ridotto del 10%, nel rispetto di quanto previsto ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81.”

  • Scuola dell’infanzia: le sezioni devono avere minino di 18 e un massino di 26 alunni. Gli eventuali iscritti in eccedenza andranno distribuiti tra le sezioni senza superare il numero di 29 alunni.
  • Scuola Primaria: le sezioni devono avere minino di 15 e un massino di 26 alunni. Gli eventuali iscritti in eccedenza andranno distribuiti tra le sezioni senza superare il numero di 27 alunni.
  • Scuola Secondaria di Primo Grado: le sezioni devono avere minino di 18 e un massino di 27 alunni. Gli eventuali iscritti in eccedenza andranno distribuiti tra le sezioni senza superare il numero di 28 alunni.
  • Scuola Secondaria di Secondo Grado: e sezioni devono avere minino 27 alunni. Gli eventuali iscritti in eccedenza andranno distribuiti tra le sezioni senza superare il numero di 30 alunni.

Discorso a parte invece per le classi in cui sono presenti studenti disabili, per le quali di prevede che;

Il numero degli alunni nelle classi iniziali che accolgono alunni diversamente abili non può superare il limite di 20, purché sia motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili.

Le cifre che continuano ad ostacolare il benessere scolastico

Con una normativa che pone a 27 il numero minimo di studenti per la scuola superiore, è inevitabile il sovraffollamento, come dimostrano i numeri: 2.459 classi prime della scuola superiore, su 25.026, comprendevano più di 27 studenti per aula nell’anno accademico appena terminato, mentre l’anno precedente erano 1.981 e quello ancor prima 2.081.

Numeri esorbitanti sia per le possibilità di apprendimento degli alunni che, inseriti fra tanti altri, non possono essere seguiti adeguatamente, sia per i dirigenti scolastici e gli insegnanti che devono fare i conti con il sovraffollamento, soprattutto nelle grandi città. Nel complesso perciò, l’organico scolastico non è stato modificato come si era promesso, incrementando unicamente quello di sostegno.

Pioggia di critiche dai responsabili scolastici

Non sono mancate le dure accuse al Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, da parte dei dirigenti scolastici e delle organizzazioni sindacali, preoccupati per la situazione attuale che non accenna a mutare.

“Molta propaganda, nessun cambiamento” tuona Attilio Fratta, alla guida di Dirigentiscuola, sul Sole 24ore; entre Gianna Fracassi fa notare come il PNRR sia stata utilizzato come alibi per tagliare ma senza ridimensionare le classi.

Una delle riforme previste nel Pnrr era ridurre il numero alunni per classe, invece si riducono le autonomie scolastiche e non si riducono gli alunni. Cioè si usa l’alibi del Pnrr per tagliare. Ma il dimensionamento previsto come riforma del Pnrr non c’entra nulla con quanto sta facendo Valditara che è aggiuntivo a quanto già determinato

Anche Cristina Costarelli e Mario Rusconi, presidenti di Amp Lazio e Amp Roma, si sbilanciano facendo presente il problema del sovraccarico delle aule che non consente agli studenti immatricolati in una scuola di poter richiedere il cambio d’istituto nelle grandi città, proprio per il sovraffollamento.

La situazione quest’anno sarà la stessa perché i parametri rimangono gli stessi. Ci dovrebbe essere minor affollamento nei trienni delle superiori, essendo aumentato sia pur di poco l’organico di fatto.

Ma rimane il problema degli studenti del primo che volessero cambiare scuola rispetto alla scelta di gennaio: nelle grandi città hanno difficoltà a cambiare tipologia di istituto, proprio per il sovraffollamento

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