Scuola: gli studenti italiani sono i più depressi d’europa

Il rapporto quadriennale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS – evidenzia che gli studenti italiani sono i più depressi d’Europa. La ricerca valuta la salute e il benessere degli adolescenti tra gli 11 e i 15 anni e lo stress scolastico, un indicatore del disagio giovanile e della necessità di ripensare il sistema scuola nel nostro Paese.

I ragazzi italiani e l’ansia da prestazione scolastica

Il rapporto dell’OMS evidenzia l’eccessiva pressione della scuola nella vita dei ragazzi italiani. Gli studenti italiani a 11 anni già ammettono di avere un problema con i test, le interrogazioni e la quotidianità in aula e infatti solo il 26% delle ragazzine e il 17% dei ragazzini afferma di amare la scuola.

A 15 anni il dato peggiora poiché il 92% dei maschi e il 90% delle femmine ammette di non andare volentieri in classe. Sotto i riflettori alcuni elementi che sembrano creare troppa pressione sugli studenti come le aspettative troppo elevate della società e delle famiglie che mortificano gli aspetti migliori del sistema scuola come la possibilità di conoscere, mettersi in discussione, stimolare la curiosità e imparare a relazionarsi con coetanei e adulti.
In relazione a questo disagio gli studenti italiani più dei loro colleghi europei soffrono di mal di testa, mal di pancia e di tanti altri malesseri che attestano un livello di stress eccessivo.

Il dato non sembra migliorare con il tempo perciò la salute mentale dei giovani è al centro di un dibattito che interessa anche i più grandi. Secondo gli ultimi dati dell’Istat il 12% dei decessi tra gli studenti universitari è dovuto al suicidio e gli ultimi due anni di pandemia hanno determinato un peggioramento del disagio giovanile che richiede l’adozione di misure straordinaria per sostenere i più giovani.

Stress a scuola e studenti infelici

Lo stress da scuola colpisce più le femmine che i maschi, il 72% delle studentesse infatti soffre di ansia da prestazione in confronto al 50% dei maschi. Il dato è molto preoccupante perciò l’OMS sottolinea che l’aula dovrebbe essere un luogo in cui i giovani imparano a confrontarsi con le piccole sfide quotidiane con ottimismo e fiducia e spinge il modello scuola a ridefinire le proprie priorità.

Il rapporto con i professori, le interrogazioni pressanti e la mole eccessiva di compiti da fare a casa nel pomeriggio sono tra gli aspetti più critici della quotidianità scolastica dei ragazzi in cui il sistema degli adulti evidenzia di essere più attento ai risultati che alla crescita individuale dei giovani con il solo risultato di dare vita a una generazione di studenti infelici.

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