Spina bifida: a Milano due rivoluzionari interventi in utero

A Milano due casi di spina bifida si sono curati in utero: gli eccellenti interventi si sono svolti al Policlinico di Milano. Si tratta di operazioni nuove e innovative nello scenario europeo, che consistono nella sistemazione di un difetto della colonna vertebrale di un feto ancora in utero.

Spina bifida operata in utero

Per la prima volta in Europa si assiste ad un particolarissimo interveto chirurgico effettuato ad un bimbo ancora nel grembo materno.

La nuova tecnica di chirurgia fetale prevede un intervento mini invasivo che consente di aggiustare i difetti della colonna vertebrale e del midollo osseo, quando il bimbo è dentro l’utero.

L’innovazione rispetto alla pratica consueta è quella di intervenire senza l’esportazione dell’utero all’esterno. Attraverso strumenti sottilissimi(circa 3 millimetri di spessore) e grazie al supporto costante del monitoraggio ecografico, si è potuto intervenire sul feto senza sottoporlo a pericoli maggiori, che invece il metodo passato prevedeva.

Gli interventi sono perfettamente riusciti, adesso si aspetta la naturale nascita dei bimbi, prevista ad agosto, per conoscere i reali vantaggi dell’operazione.

Dal Brasile la nuova tecnica per la spina bifida

L’ideatrice di questa nuova tecnica d’intervento in utero è Denise Lapa Pedreira, medico esperto che, dopo aver formato il team medico e paramedico del Policlinico di Milano, ha contribuito all’operazione.

Nel primo intervento effettuato sulla donna di origine europea, la Pedreira è stata in prima linea, mentre nel secondo alla donna italiana, è rimasta attenta osservatrice.

Secondo le statistiche un bambino su 10 mila è affetto da spina bifida, poter curare questi bambini prima della nascita vuol dire migliorare le loro condizioni di vita.

I difetti alla colonna vertebrale causano disabilità, paralisi e molto spesso infezioni interne gravi, come la meningite. L’operazione in utero viene effettuata con lo scopo di scongiurare gli effetti della patologia, riducendo al minimo le conseguenze negative dell’intervento.

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