Ti voglio bene, stupenda mamma imperfetta

Ti guardo dal lettino mentre cerchi il mio peluche preferito. Me lo perdo ogni volta, e ogni volta tu fai il giro di tutta casa, per riportarlo ancora tra le mie braccia. Mi sposti i capelli dalla fronte, mi sistemi le coperte sotto il mento.

Hai gli occhi stanchi, ma la ninnananna me la canti sorridendo. E non dimentichi mai di lasciarmi la lucina che caccia via i fantasmi.

Io non dormo ancora e sento te che fai rumore. È tardi e devi finire di pulire. I piatti possono aspettare, mi hai detto, mentre mi facevi il solletico e giocavamo.

Sento la tua voce mentre parli con papà. È una voce bella, la tua, anche se non sai cantare, una voce che mi coccola e la mattina mi bisbiglia nell’orecchio che bisogna andare all’asilo, e che qualche volta si arrabbia se faccio un dispetto. Ma poi diventa una voce triste, che mi chiede scusa per l’urlo di prima. Ma io so che mi vuoi bene.

Me lo dicono le tue braccia, sempre pronte a stringermi, anche se stai mangiando o sei appena uscita dalla doccia. Anche se sei al telefono con la nonna o con papà. E me lo dicono i tuoi occhi, che scrutano sempre i miei e poi mi chiami Occhi belli e mi chiedi se sono color amore.

Me lo dicono i tuoi capelli, con cui posso fare qualsiasi cosa, e a volte con le pettinature che ti faccio ci vai anche a fare la spesa.

Me lo dici tu, perché sai mettere un cerotto sulla ferita invisibile a tutti ma che a me fa male, e perché quando ti do una tazzina vuota, tu bevi tutto d’un fiato come se dentro ci fosse davvero il caffè.

A volte vorrei stare più tempo con te. A volte vorrei davvero avere un unicorno per portarti via da tutto e da tutti, in un posto dove non devi andare a lavorare, dove non sei triste se i soldi sono pochi, dove puoi sempre giocare e mai pulire.

Ma poi penso che anche altri hanno bisogno della tua voce, dei tuoi occhi e dei tuoi sorrisi.

Tu dici sempre ridendo che sei una mamma imperfetta. Io non so che significa: ma forse significa mamma che non vorrei mai cambiare con nessun’altra.

E allora ti voglio bene, mia fantastica mamma imperfetta!

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