Tra stereotipi e realtà: 5 tipi di mamme +1

Se avessi sei vite per almeno cinque di esse vorrei rinascere mamma. Ma non lo farei sempre allo stesso modo, mi piacerebbe calarmi nei panni di cinque tipi di mamme diverse.

E la sesta vita? Di quella ne parliamo alla fine.

Vi starete forse chiedendo perché proprio cinque tipi, e non sei e non sette. Alla base non c’è alcuna scienza, solo un’ispirazione suggeritami dal tanto discusso libro di Tracy Hogg “Il linguaggio segreto dei neonati”, dove la nota infermiera e puericultrice suddivide i neonati in cinque profili: il da manuale, il vivace, l’angelico, il sensibile e lo scontroso. Mi sono così dilettata ad assegnare una madre ad ognuno di loro: cominciamo!

La Mamma Da Manuale

Nella prima vita, giusto per prendere il ritmo con l’intricato mondo della maternità, vorrei provare ad essere una Mamma Da Manuale. Una di quelle che ha studiato tutto lo scibile del mondo neonatale, che segue pedissequamente i principi della logica e che pare non sbagliare un colpo. Quella che in gravidanza ha divorato acido folico e tomi su tomi per arrivare il più preparata possibile al giorno della nascita e che, a bambino nato, continua ad informarsi e risponde sempre per prima nelle chat delle mamme.

Quella che un pannolino lo cambia seguendo degli step ben precisi e che non lo chiuderebbe mai e poi mai alla bell’è meglio (ogni riferimento a fatti, persone e cose è puramente casuale). Questa donna, per le ragioni sopra elencate, merita dunque un figlio tranquillo e misurato, un tipo che segua la sua precisione, un tipo “da manuale” per dirla nel linguaggio di Tracy.

La Mamma Avventura

Nella seconda vita poi, per garantirmi uno scossone, vorrei essere Mamma Avventura e oserei partorire un neonato vivace. Mamma Avventura sembra non avere paura di nulla, cresce il suo bimbo secondo le leggi della natura e lo alleva come un cucciolo di leone, insegnandogli a ruggire e ad avere coraggio.

Un piccolo Mowgli. Se il suo bimbo ad esempio cade per terra, prima lo incita a rialzarsi da solo e solo dopo gli dà un bacetto. Mamma Avventura conduce un’esistenza all’insegna dell’ecologica: usa la tecnica del Babywearing per trasportare la sua creatura e fa indossare al piccolo canguro pannolini rigorosamente lavabili.

La Mamma Chioccia

Nella terza vita tenterei le premurose scelte di Mamma Chioccia, colei che cura in modo maniacale il pargolo, che gli mette la pasta Fissan ad ogni cambio pannolino (che sbatti!), che ha il bimbo sempre pulito e in ordine e che non è mai sprovvista di cerotti nella borsa.

Mamma Chioccia non perde di vista il suo pulcino nemmeno un secondo. Il resto del mondo può ammirarlo ed elogiarlo, ma guai a chi lo tocca: Mamma Chioccia potrebbe mordere anzi beccare, almeno per i primi 35 anni di vita del bambino. A lei affiancherei, per coerenza, il neonato angelico quello che a tratti pare quasi finto. (Ne esistono davvero? Mah…)

La Mamma Indipendenza

Nella quarta vita mi calerei invece nei panni di Mamma Indipendenza, quella che: “Ok, ti ho messo al mondo, ma ora mi devi seguire. Ho molto da fare e non posso starti appiccicata h24. Prima lavoriamo, le coccole stasera!” Wonder Woman con un neonato a seguito insomma. Colei che il nido lo sceglie già in gravidanza, un nido come minimo bilingue. A lei affiancherei un neonato sensibile, per il fatto che l’altro che rimane è “lo scontroso” e vi assicuro che, dopo aver letto la descrizione di Tracy, tale neonato può essere gestito solo dal quinto tipo di mamma.

La Mamma a Modo Mio

Nella quinta vita mi prenderei il lusso di mandare al diavolo tutti gli schemi e di essere un po’ come siamo tutte: Mamme a Modo Nostro. Non seguiamo una tabella, non facciamo parte di una rigida tribù, non ci riconosciamo in un’unica corrente, le tentiamo un po’ tutte, mescolando il Babywearing alla pasta Fissan, l’omogeneizzato al brodino fatto in casa, i giochi in legno a quelli in plastica, i consigli delle nonne a quelli di ultima generazione. Questo è l’unico modo che conosciamo per sopravvivere.

Mamma a Modo Mio riesce così non solo a gestire l’ultimo tipo di neonato, lo “scontroso”, ma anche quello che la Signora Hogg si è forse scordata di presentarci: il non catalogabile, che a giorni è angelico, altri da manuale, a volte sensibile, altre ancora vivace. Mamma a Modo Mio improvvisa, sperimenta e in qualche ingegnoso e discutibile modo riesce sempre a cavarsela.

E nella sesta vita? Beh nella sesta vita rinasco uomo e mi riposo.

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