Ucraina: almeno 190.000 i bambini portati in Russia dall’inizio della guerra

Al dramma della guerra che sta dilaniando l’Ucraina si aggiunge anche un’ulteriore realtà forse ancora più inquietante e terribile.

Sembra che siano quasi 200 mila infatti i bambini ucraini deportati in Russia. Appelli miranti a fare attenzione sono stati rilasciati dai governi di tutta Europa, Italia compresa, e pure tante organizzazioni umanitarie sono scese in campo per cercare di risolvere questa piaga annidata nel caos della guerra.

L’allarme delle adozioni illegali dall’Ucraina

Il Ministero degli Affari esteri ucraino ha ribadito l’urgenza di intervenire con misure cautelative di fronte alla preoccupante crescita di fenomeni di vera e propria deportazione di migliaia di minori ucraini oltre il confine con la Russia.

Non solo le numerose organizzazioni criminali internazionali hanno approfittato della situazione di disordine e paura che vige ovunque nelle città ucraine da qualche mese a questa parte, e stanno facendo letteralmente scomparire centinaia di bambini in fuga dalle proprie case.

Potremmo parlare di un dramma nel dramma, dato che questi minori rischiano di finire nel circuito internazionale della tratta di esseri umani, o possono andare a rimpolpare il settore oscuro delle adozioni illegali.

Ma purtroppo, la notizia è stata confermata dallo stesso governo russo, nella figura di Maria Lvova-Belova, Commissario presidenziale per i diritti dell’infanzia: ha dichiarato che in Russia sono arrivati circa 190.000 bambini. In questa operazione oltre confine sarebbero quindi coinvolti il governo e i soldati russi, esecutori materiali della deportazione dei bimbi.

Mentre Lyudmila Denysova, Commissario per i Diritti Umani per l’Ucraina, ha dichiarato che la Russia sta apportando “cambiamenti legislativi per organizzare e accelerare le procedure di adozione per i bambini provenienti dal Donbas“.

Per Denysova questi atti si profilano come violazioni degli articoli 7 e 21(b) della Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia e dell’articolo 49 della Convenzione di Ginevra del 1949.

Le possibili soluzioni e gli interventi umanitari

Alcune stime internazionali, soprattutto americane, sembrano addirittura ipotizzare numeri più importanti. Lo stesso presidente ucraino Zelensky aveva denunciato qualche settimana fa una serie di rapimenti di numerosi minori ucraini da parte di contingenti russi nelle aree di Donetsk e Luhansk.

Così come accaduto in molti altri Paesi occidentali anche in Italia è stata lanciata la proposta di organizzare una cabina di regia appositamente strutturata per agevolare l’ingresso dei minori in fuga dalla guerra e diretti verso il nostro Paese.

L’idea sarebbe quella di pensare ad un piano concreto e specifico che vada da un lato a snellire l’iter burocraticoper far entrare in Italia un cittadino minorenne straniero, ma dall’altro puntare alla salvaguardia e alla tutela dei minori in fuga dal contesto bellico ucraino.

Hanno infatti già superato i nostri confini oltre 34 mila bambini ucraini, e i numeri non accennano a diminuire. Questo sistema presupporrebbe anche una maggiore possibilità di controllo internazionale, così da evitare l’inserimento in questi spostamenti di figure poco chiare e vicine alla criminalità organizzata.

Anche Save The Children e l’UNICEF hanno voluto sottolineare questa drammatica situazione, denunciando purtroppo come queste deportazioni fossero in atto già prima dell’avvio del conflitto in Ucraina. Proprio i dati pubblicati dall’UNICEF riportano notizie secondo cui ben 4.5 milioni di bambini sono stati sfollati e hanno dovuto abbandonare la propria città, la propria casa e in alcuni casi anche la propria famiglia già nelle prime sei settimane della guerra.

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