Un Super Dottore per i bambini svantaggiati: così un pediatra brasiliano fa divertire i piccoli pazienti

Ricardo Fonseca, un pediatra brasiliano di 36 anni, da alcune settimane cura i bambini più poveri nel suo studio mobile. Fonseca, che da molti è stata ribattezzato Superman, usa il suo camper per girare tra le strade di Brasilia e offrire il suo aiuto ai piccoli pazienti.

Uno studio medico mobile tra le strade di Brasilia

Ricardo Fonseca, apre la strada a un nuovo modo di curare i bambini. Gira con il suo camper tra le strade di Brasilia per assistere i piccoli che hanno bisogno del suo aiuto. A Brasilia è diventato una celebrità, in un giorno riesce a prestare assistenza anche a 40 pazienti e non sembra volersi fermare. L’impegno per il progetto  di solidarietà è enorme e la strada non è stata facile fin dall’inizio. Una delle difficoltà maggiori che il giovane pediatra ha dovuto affrontare è stata quella di ideare uno studio pediatrico mobile completamente attrezzato. La progettazione e la realizzazione del camper medico è avvenuta in un centro che produce cucine, l’unico che ha offerto a Fonseca il proprio supporto. Il sogno del pediatra Superman è diventato realtà molto lentamente anche perché lo studio è stato realizzato con i risparmi di Fonseca e di sua moglie, una giovane otorinolaringoiatra.

L’appello di Fonseca ai suoi colleghi: fate come me!

Il camper colorato gira tra le strade di Brasilia e tutti lo riconoscono. Alla guida c’è il suocero del dottor Fonseca, mentre la moglie otorinolaringoiatra offre cure specialistiche ai piccoli pazienti. Marito e moglie oltre ad essere impegnati in ospedale con il proprio lavoro, hanno trascorso gli ultimi 10 anni a fare i volontari presso alcune strutture sanitarie. Lo studio medico mobile però è qualcosa di diverso e innovativo perché consente di curare i bambini che hanno difficoltà a raggiungere gli ospedali. Il nuovo Superman cura e rassicura i più piccoli, gioca con loro, è una presenza costante in una città resa ancora più povera e fragile dalla pandemia da Coronavirus. L’appello di Fonseca ai suoi colleghi non sorprende: fate come me!

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