Vademecum diplomatico per mamme e papà: come sopravvivere agli altri genitori

Ok, nessuno è perfetto, men che meno i genitori. E va bene, il mestiere del genitore è quello più difficile, senza la possibilità di chiedere un permesso, un bonus, un periodo sabbatico, un tirocinio né la pensione anticipata. Nessuno ci insegna niente e non si torna più indietro.

Premesso tutto questo, dovremmo essere più buoni e comprensivi gli uni con gli altri, dovrebbe riuscirci più facile tollerare l’altra mamma, l’altro papà, ma così non è. Non è vero?

Verso alcuni genitori, pur sapendo quanto sia difficile affrontare alcune fasi dell’infanzia, o quanto sia duro avere a che fare con quel tale comportamento, alziamo gli occhi al cielo, respiriamo profondamente, contiamo fino a cento e stiriamo le labbra a mo’ di sorriso per non imprecare. Per questo, abbiamo pensato di imbastire una sorta di guida, di vademecum per sopravvivere agli altri genitori, evitando colluttazioni, tafferugli ed il carcere a vita!

Vademecum: come sopravvivere a I Robinson

Durante gli anni ’80, in Italia, non c’era bambino/a che non amasse la serie I Robinson. Parlava delle vicende di una famiglia numerosa: mamma avvocata, papà ginecologo e una marea di figli. Appassionava tutti noi quella serie che ha il merito di averci fatto sorridere ed il demerito di averci illuse che si potessero avere tanti figli, continuare a lavorare, non necessitare di una tata fissa e senza alcuna traccia di un esaurimento nervoso.

Perché tiro in ballo per primo questo genere di genitori? Semplice! Perché, sebbene in Italia ci sia circa 1,5 figli per donna, molte di noi hanno figliato tanto. E per fortuna! Il lato oscuro della faccenda, sta in quel nel fatto che, avendo più figli della media, questi genitori ci vogliono insegnare a vivere. Non appena dici qualcosa, vanno di matematica.

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“E pensa che io ne ho due, ne ho tre, ne ho quattro, ne ho cinque…”. E qualora il numero dovesse essere pari, sono pronti a tutto: “Ma io ho cresciuto pure mio nipote, l’amico del figlio della sorella di un’ amica di mio fratello, e pensa che mia figlia è rimasta incinta giovanissima, quindi somma al totale pure il suo”.

Roba da matti pure la loro spietatezza. Perché, se ci hanno sempre detto che non si devono fare apprezzamenti sull’avere o non avere figli e sul figlio unico, in quanto potrebbero anche esserci, nel profondo, ferite aperte, loro, ferocemente, continuano a sbatterti in faccia quanti figli hanno.

Come fare con loro? Semplice: annuire, dargli ragione e cercare di fargli notare che, in alcuni casi, di figli ne hanno pure di più, ma con quali risultati?!

Vademecum: come sopravvivere ai super papà

Il super papà è il famoso mammo. Ve lo ricordate? Il genitore di sesso maschile che non è scappato di fronte al test di gravidanza e fa pure la spesa. Siamo talmente abituate alle storie di Amore Criminale, che se il partner non beve, non si gioca tutto lo stipendio alle slot, e, badate bene, non picchia nessuno, manco i figli, è un super papà.

Se siete voi le fortunate, sapete bene quanto sia dura la vostra vita da giocoliere, che, durante il triplo salto carpiato, tra pannolini, libri di scuola, giochi al parco, compiti nel week end, dovrete sentirvi dire: “Certo che sei fortunata, beata te che hai un marito che si occupa dei bimbi mentre fai la cacca.

E poi ci sono pure i diretti interessati che, sentendosi adorati come manco nelle religioni monoteiste, giustamente si prendono sul serio: “Guarda che gli altri padri non fanno niente! Io ho appena tolto le mie mutande dallo stendino ed ho pure messo a lavare quelle dei bambini, l’anno scorso!”.

Come fare con loro? Semplice: con le prime, dare un numero di telefono falso, per essere sempre irreperibili; con i secondi .. con i secondi.. non saprei effettivamente. Perché il divorzio attualmente la vedo come l’unica soluzione.

Vademecum: come sopravvivere ai ma i tuoi sono ancora piccoli

Secondo una leggenda, tra due mamme o due papà (scusate, volevo scrivere mammi) vince prima quella/o che ha più figli e poi, al secondo posto, quella/o che ha i figli più grandi. Per capire chi ha vinto, e la vittoria consiste nell’avere ragione di fronte a qualunque argomento (fosse pure sul tema dell’immigrazione, quello della desertificazione, o del perché trasmettano ancora “Ciao Darwin” ), bisogna fare la somma del numero dei figli, moltiplicarlo per la media dell’età degli stessi, diviso due.

In pratica, c’è questa categoria, quella dell’età dei figli, che fa venire la stessa orticaria della famiglia Robinson.

Se dici che tua figlia legge è solo perché è piccola, “poi smetterà e spaccerà pure lei l’erba come mio figlio, che credi”.

Se tu dici che tuo figlio va bene a scuola, è solo perché è piccolo “facile andare bene a scuola alle elementari/ alle medie/alle superiori, poi crescerà, come il mio, ed andrà fuori corso di cinque anni, non ti illudere”.

Come fare con loro? Semplice: spingere la conversazione direttamente sulla prole altrui, negando qualsiasi informazione sui propri figli. Probabilmente, non potendo fare paragoni e sminuire i meriti degli altri, tali genitori presto finiranno gli argomenti.

Vademecum: come sopravvivere ai genitori davvero pericolosi

Per quanto sia forte questo titolo, qui si parla di genitori con metodi educativi in grado di farci davvero inca@@@re. E se non vi irritano, è perché nelle due categorie che stiamo per affrontare, ci entrate anche voi.

Premettendo che fin qui, tra il serio ed il faceto, abbiamo detto le cose come stanno, ma anche un po’ estremizzandole per strappare un sorriso, ora si fa sul serio.

Le due categorie di genitori, che forse avete già incontrato e dalle quali stare alla larga, sono:

  • quelli che i bimbi/e devono bruciare le tappe come metodo educativo
  • quelli che, per paura che i figli vengano esclusi, sono disposti a rinunciare al proprio di metodo educativo.

Il tema è molto delicato ed è difficile affrontarlo in modo completo, in questa sede.

Per i primi, al momento, basta dire che si tratta di quelli che, non importa l’età dei bimbi, il loro carattere, le loro fragilità, l’ambiente circostante, il lungo futuro che hanno davanti, ma li buttano verso qualsiasi cosa (dall’oggetto, all’esperienza) perché tanto prima o poi devono crescere/che mai può succedere.

Ammetto che, di tanto in tanto, penso sia solo una tattica per liberarsi dei propri figli quando ti stanno sulle pa@@e: prima crescono, prima liberano la cameretta.

Per i secondi, invece, si tratta di coloro che non farebbero mai guardare al proprio bimbo un dato film vietato ai minori di 16 anni, ma siccome gli altri genitori della scuola materna lo hanno fatto già vedere, non importa che si traumatizzi il proprio “altrimenti rimane escluso”.

Ma si tratta pure di coloro che sanno benissimo, perché sono informati, di quanto non vada bene che i ragazzini/e abbiano un cellulare, abbiano un accesso illimitato ai contenuti, possano usare i social e così via, ma, siccome l’accesso a internet e l’ultimo Iphone lo hanno tutti, “mio figlio non può rimare escluso”.

Si tratta di categorie dalle maglie larghe che, un attimo di disattenzione, e ci cadiamo tutti, senza manco capirlo.
Per questo, di fronte a costoro non c’è una strategia semplice da adottare, se non la fuga.

Perché meglio sbagliare con i propri figli, perché siamo imperfetti e fallibili di professione, che delegare il proprio compito in nome della maggioranza. Il vero ed unico fallimento per noi genitori è la rinuncia.

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