Coppie gay: se 35 anni d’amore per lo Stato non contano

In questi tempi di discussioni sulle coppie di fatto, arriva dal passato una storia di amore e sofferenza.

In un ospedale romano muore un uomo. Accanto a lui il compagno con cui ha convissuto per 35 anni.

Il defunto aveva espresso il desiderio di donare gli organi, ma in quanto gay la cosa non era possibile: nonostante tutto, vista la sua vita impeccabile, il primario decise di dare l’ok. Mancava però la firma di un familiare, in quanto il compagno era, per legge, niente.

Arriva una sorella, e poi due fratelli e si scopre che il morto era stato cacciato di casa anni prima per la sua omosessualità. La sorella firma, ma poi inizia tra i tre fratelli un litigio becero nelle corsie perché vogliono immediatamente cacciare di casa l’uomo, in quanto la dimora è del fratello e lui non ha diritto a nulla.

Non sappiamo come è finita questa storia, ma il medico che l’ha raccontata ha detto che non avrebbe mai potuto dimenticare il senso di ingiustizia provato in quel momento e ringraziava quell’uomo coraggioso che aveva fatto esaudire l’ultimo desiderio del compagno, e deplorava il paese becero e arretrato in cui viviamo.

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