Gli uomini guadagnano più delle donne: qualche dato

Gender Gap, lo chiamano così gli esperti il parametro che misura il divario discriminatorio fra gli uomini e le donne, misurato sulla base di diversi fattori, fra cui quello economico/salariale che traduce matematicamente quello che già sapevamo: gli uomini guadagnano più delle donne, a parità di mansioni, di inquadramento e di ore lavorative.

Se siete scrupolose e avete già preso in mano le buste paga, la calcolatrice e state iniziando a fare i conti della spesa fra anzianità di servizio, carichi familiari e altre voci per verificare la veridicità dell’affermazione, non perdete tempo e pensate banalmente a quanto guadagna un calciatore e una calciatrice. Anche nel mondo dello sport non si fanno sconti al gentil sesso, e gli uomini guadagnano più delle donne.

Il mondo del pallone è solo l’esempio più eclatante di come gli stipendi delle donne siano davvero molto indietro rispetto a quelli dei loro colleghi: non riusciamo nemmeno a immaginarli tutti insieme i soldi che animano il calcio mercato dei calciatori delle serie maggiori, mentre un po’ più di un comune stipendio è quello che spetta alle calciatrici. Per fare un esempio recente, la calciatrice della Nazionale Italiana Under 17 Gloria Marinelli ha giocato benissimo ai mondiali in Costa Rica, ha fatto classificare terza la nostra squadra ed ha guadagnato 836 € per tutto il torneo.

Se poi diamo un’occhiata, oltre ai soldi, anche all’inquadramento delle nostre atlete, non è certo una battuta o un’offesa dire che Valentina Vezzali e Federica Pellegrini sono due dilettanti: in Italia, le donne – per legge – non possono essere professioniste in quanto lo sport professionale è riservato agli atleti di sesso maschile e solo in alcune discipline (calcio – ovviamente – basket, golf e pochi altri).

Al di la’ dell’inquadramento che non rende certo giustizia al talento delle nostre sportive, non è da meno considerare che ciò significa una scarsissima tutela sul piano contrattuale che si traduce in niente maternità, niente malattia, niente TFR… Insomma, se c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che le differenze fra gli uomini e le donne nel mondo del lavoro non sono così marcate, diamo un’occhiata al mondo dello sport e il divario apparirà molto palese…

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