Le scuole internazionali e bilingue in Italia, una scelta multiculturale

Per i genitori che vogliono inserire il proprio figlio in un mondo cosmopolita, anche a livello scolastico, una buona soluzione è quella delle scuole internazionali.

Chi sceglie una scuola straniera entra in un sistema culturale diverso, e non solo per il bilinguismo.

Attenzione, però, due precisazioni sono d’obbligo: tali scuole spesso non sono riconosciute ufficialmente e hanno rette da capogiro.

Innanzitutto bisogna informarsi bene presso le strutture, chiedere opinioni a chi già frequenta, anche leggendo forum e blog presenti in rete, o dare un’occhiata ad apposite classifiche come quelle dell’Oxford Reading Tree. Poi bisogna avere ben chiaro in mente l’obiettivo che si vuole ottenere: reale interesse per la cultura di un Paese straniero, volontà di conoscere le lingue, ecc. Infatti esistono alcune distinzioni: le scuole internazionali, che seguono realmente il sistema di istruzione del Paese che rappresentano; i modelli misti, che prendono un po’ da un sistema e un po’ dall’altro; e le bilingue.

Anche in Italia, nella principali città, ce ne sono tante.

Quelle francesi hanno 6 Istituti a Roma, Torino, Milano, Napoli e Firenze. Si ispirano ai valori dell’Illuminismo, vertendo sulla laicità e bandendo qualsiasi tipo di violenza. Le materie sono insegnate in francese, con esami alla fine del primo e del secondo ciclo di studi. Dal 2011 è stato introdotto l’EsaBac, una doppia certificazione che combina il diploma francese Baccalauréat e l’Esame di Stato italiano.

Ci sono poi quelle tedesche (tre: a Milano, Roma e Genova), che puntano soprattutto sulle lingue e le scienze naturali. In esse vige il bilinguismo e una costante integrazione tra i programmi didattici tedeschi e italiani, con esami finali conseguibili nelle due lingue. Nel sistema tedesco non esistono le scuole medie, perché dall’asilo (Kindgarten, 3-6 anni, che non è obbligatorio), si passa alla Grundschule (7-11 anni) e al Gymnasium (8 anni complessivi, fino all’esame di maturità, Abitur). A differenza del sistema italiano, c’è il “sistema duale” che mette in stretta collaborazione con il mondo del lavoro.

Ci sono poi le scuole svizzere (a Bergamo, Milano, Roma e Catania) o anche cinesi (di recente apertura è la sede di Padova).

Vediamo in dettaglio quelle di lingua inglese.

Uno dei modelli di scuola internazionale più consolidato è quella britannica. È riconosciuta dal National Curriculum, con corsi articolati in 3 gradi di “education”: primary (4/5-11 anni), secondary (11-16 anni) e terziary (non obbligatoria, dai 16 ai 18 anni, ma necessaria per accedere all’Università). Alla fine del ciclo secondario, gli alunni devono affrontare gli esami per ottenere il GCSE (General Certificare Secondary Education). A 18 anni si possono ottenere due tipi di Certificazioni, una di carattere professionale (GNVQ) e una liceale, in linea con il corso di laurea scelto (A Levels). Per l’ammissione all’Università serve l’esame dell’International Baccalaureate, riconosciuto a livello internazionale. Quello che salta agli occhi, rispetto al sistema italiano, è una maggiore indipendenza e coinvolgimento degli studenti fin da bambini, con assemblee (assemblies) frequenti per un maggiore coinvolgimento nella vita scolastica, classi miste divise per abilità, grande attenzione alle materie artistiche (arte, musica e recitazione).

Per quanto riguarda il modello di scuola made in USA, in realtà non sono strutture amministrate dai governi USA, ma si tratta di Istituti privati. I cicli scolastici sono tre: elementary, middle e upper school, con lezioni in inglese sulle materie di base: inglese, matematica, una materia scientifica, una lingua, a cui si aggiungono economia e pensiero critico. Le scuole americane sono strutturate come un’università, non ci sono classi, ma ogni studente sceglie quale corso seguire, incontrandosi anche con alunni di età diverse. Se da un lato non viene data molta rilevanza alle materie artistiche, dall’altro, invece, grande attenzione viene data allo sport.

Un sito utile per chi è interessato all’argomento è Bilinguepergioco.

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