Lo strabismo nel neonato: di cosa si tratta?

Molti bambini, nei primi mesi di vita, sono affetti da strabismo. I genitori, però, non devono allarmarsi, in quanto, nella maggior parte dei casi esso tende a risolversi da solo. Se questa condizione dovesse protrarsi oltre il settimo mese di vita, tuttavia, si consiglia di sottoporre il piccolo a una visita specialistica.  

In via preliminare è opportuno fornire una definizione di strabismo: si tratta di un difetto di allineamento dei bulbi oculari (i cosiddetti “occhi storti”) che può provocare in età adulta una visione doppia (diplopia).

Lo strabismo transitorio dei neonati

Molti neonati presentano una forma di strabismo transitoria di tipo convergente: ciò significa che un occhio o entrambi risultano deviati verso l’interno, in direzione del naso.

Ma quali sono le cause dello scorretto allineamento degli assi ottici dei due bulbi oculari del neonato?

In molti casi la stanchezza o la costante osservazione di un certo oggetto, possono essere la causa di una deviazione dell’occhio transitoria, ma anche il fatto che le pupille non siano ancora perfettamente simmetriche potrebbe determinare questo fenomeno.

Il test dei riflessi luminosi corneali

Ad ogni modo, grazie al test dei riflessi luminosi corneali, ovvero un esame per verificare l’acuità visiva, il pediatra può facilmente stabilire se si tratta di un disturbo passeggero o se, al contrario, è una forma di strabismo vera e propria.

Qualora venga confermato lo strabismo, è necessario sottoporre il piccolo a una visita oculistica e poi procedere con una terapia ad hoc. Lo strabismo, infatti, oltre al problema di natura estetica, potrebbe influire anche sulla qualità visiva del piccolo. Va detto, infatti, che il bambino, tendendo a escludere le immagini captate dall’occhietto strabico, rischia, nel lungo termine, di indebolirne in maniera significativa la capacità visiva.

Ricordiamo infine che oggi, grazie alla chirurgia, è possibile garantire al paziente il riallineamento degli assi visivi

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