L’ossitocina, ovvero l’ormone dell’amore materno

L’ossitocina, denominata anche oxitocina (OXT) è un ormone è peptidico in grado di stimolare le contrazioni in prossimità del parto e di favorire la produzione di latte. Una ricerca ha dimostrato, tuttavia, che questo ormone, oltre a svolgere le importanti funzioni fisiologiche menzionate, è anche in grado di rafforzare l’amore e l’attaccamento tra madre e neonato.   

Ossitocina, l’ormone dell’amore

Lo studio, realizzato dall’Università finlandese di Tampere in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e pubblicato sul prestigioso magazine Emotion, è stato condotto su 2 gruppi campione: il primo composto da 48 madri e il secondo da 46 donne senza figli. I risultati ottenuti dal test hanno dimostrato che la capacità empatica sviluppata dalle donne nei confronti dei bambini non è legata all’esperienza della maternità, ma, piuttosto, ad una elevata funzionalità dell’ossitocina.

A tal proposito ricordiamo che è il gene OXTR ad attivare l’ossitocina cerebrale: più alti sono i suoi valori, maggiore è l’istinto di accudimento e di protezione di una donna nei confronti dei bambini.

Alice Mado Proverbio, psicobiologa dell’Università milanese che ha preso attivamente parte alla ricerca, ha affermato: “Abbiamo dimostrato che chiunque possieda il genotipo GG associato a un’elevata funzionalità dell’ossitocina ha una risposta cerebrale paragonabile a quella di una mamma. Mentre le persone che hanno il genotipo AA o AG mostrano risposte più lente anche se sono mamme”.

Fattori che ostacolano la produzione di ossitocina

Durante la gravidanza viene secreta una elevata quantità di ossitocina, in grado di favorire un innamoramento reciproco e duraturo tra madre e figlio. Tuttavia la sua produzione può essere ostacolata da diversi fattori, tra i quali citiamo:

  • l’anestesia epidurale (peridurale), cui si ricorre per lenire i dolori del parto;
  • il ritardo nell’inizio dell’allattamento al seno;
  • la separazione di madre e bambino dopo il parto, dovuta, ad esempio, alle precarie condizioni di salute del piccolo. 

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