Povertà infantile in Italia: le stime di Save The Children

Nel bilancio di fine anno non ci sono buone notizie per i bambini ed i ragazzini italiani. L’associazione umanitaria Save The Children, che si occupa di sostenere, aiutare e salvare minori in tutto il mondo, ha stimato che 1.292.000, tra bimbi e adolescenti italiani, vivono in condizioni di grave disagio e povertà. Questo dato supera del 14% quello dell’anno scorso, ed è francamente inquietante e preoccupante: si parla di 1 bimbo su 10.

Il primo sintomo di questo disagio è dato dalle case in cui vivono: fatiscenti, fredde, umide, sporche, spesso con aria insalubre a causa di muffe da funghi. Questi bimbi e ragazzi, inoltre, non sono adeguatamente nutriti e seguiti a livello sanitario, aumentando così il rischio di malattie, già alto a causa delle condizioni in cui vivono.

Le cause della povertà infantile

Secondo il rapporto di Save The Children, i motivi per cui tutti questi bambini e ragazzi si trovano a vivere in maniera disagiata, in case inadeguate e poco salubri, sono da ricercare in diverse cause: la povertà delle famiglie, genitori disoccupati, in mobilità, intere famiglie che gravano sui nonni pensionati, famiglie clandestine o abusive. Questo non permette l’accensione dei termosifoni e la conseguenza è che le case fredde sono anche molto umide e spesso intaccate dalla muffa.

Inoltre, in molte case italiane gli infissi non proteggono dagli spifferi, i tetti sono malandati e causano perdite di acqua, oltre a una coibentazione non sufficienti delle abitazioni. Per molti bambini, in pratica, vivere in casa propria e dormire nel proprio letto è quasi come dormire per strada, a causa delle temperature e delle condizioni che devono sopportare.

Molte famiglie italiane con minori, inoltre, a causa dell’impossibilità di pagare un affitto decente e rischiare lo sfratto, si sono ritrovate a dover scegliere un’abitazione molto economica e, di conseguenza, fatiscente.

Cosa si può fare contro la povertà minorile?

Preso atto della situazione allarmante, Save The Children si è subito schierata dalla parte delle famiglie in difficoltà e, di conseguenza, dei minori che ne stanno pagando il dazio. Nel 2018 ha promesso che lotterà per il reddito di inclusione, uno strumento di sostegno destinato alle famiglie indigenti, al quale, per adesso, possono accedere solo gli iscritti all’anagrafe.

Save The Children cercherà di far valere il decreto legge 14/2017. Tale decreto dà ai singoli sindaci la facoltà di revocare il divieto di iscrizione all’anagrafe ai clandestini e agli abusivi, ed a tutti coloro che, per qualche motivo, al momento non possono accedere alla lista. Grazie al reddito di inclusione, infatti, questi bimbi e ragazzi potrebbero migliorare notevolmente le proprie condizioni di vita e salute.

La seconda richiesta ai sindaci sarà quella di mettere a disposizione, anche per i non contribuenti, l’assistenza dei servizi sociali: almeno in quelle situazioni in cui ci sono minori che stanno vivendo in condizioni pericolose per la loro salute.

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