30 anni dopo, la bambina di Chernobyl torna in Italia con le figlie accolta dalla stessa famiglia

Dopo 30 anni Maria è tornata in Italia. Oggi è il dramma della guerra in Ucraina mentre negli anni novanta fu il disastro di Chernobyl a spingere questa donna ora trentottenne a dirigersi in Italia e più precisamente a Camisano, dove la stessa famiglia di allora le ha nuovamente aperto le porte di casa. Questa volta il viaggio attraverso l’Europa Maria non l’ha fatto da sola : la giovane donna infatti l’ha compiuto insieme a Polina e Kristina, le sue piccole gemelle di quattro anni.

Il ritorno in Italia 30 anni dopo

Era l’ormai lontano 1993 quando Maria, all’epoca colpita dal disastro di Chernobyl, iniziò il suo soggiorno estivo in Italia trovando un’accoglienza senza pari. Per dieci estati, fino al 2003, Maria cresciuta a Kiev trovò una seconda casa e una seconda famiglia a Camisano. Qui una coppia di signori la accolse all’interno dei programmi di scambi con i bambini di Chernobyl. Negli anni ovviamente l’affetto e il profondo legame che ha unito Maria alla coppia non è mai venuto meno.

I contatti tra Camisano e Kiev sono rimasti costanti e la coppia ha avuto modo di conoscere il marito di Maria, sposato nel 2017, e le piccole Kristina e Polina, gemelline nate nel 2018. Ora a distanza di trent’anni da quel primo fortunato incontro ecco che Maria è stata costretta dalla guerra nel suo Paese a tornare a Camisano, dove è rientrata pochi giorni fa accolta dal primo cittadino Renzo Marangon. Ad ospitarla si sono fatti avanti nuovamente la sua famiglia italiana, oggi pensionati ma ancora una volta molto contenti di avere Maria vicino.

Maria racconta l’incubo vissuto

Le circostanze che hanno portato a questa “riunione di famiglia” non sono però quelle sperate ed immaginate. Maria è stata infatti costretta a fuggire da Kiev in compagnia delle sue figlie, mentre, come lei stessa ha raccontato, il marito è rimasto bloccato in Ucraina costretto a non lasciare il Paese. L’orrore di un terribile viaggio durato cinque giorni attraverso l’Europa, le bombe piovute dal cielo e i missili lanciati sul loro quartiere non hanno fatto perdere il sorriso a Polina e Kristina, che ancora vedono tutto quasi come un gioco.

Maria ha cercato infatti di proteggere le due gemelle dalla paura che lei stessa prova e che il terribile viaggio ha fatto crescere. Dopo i primi bombardamenti ecco la decisione di fuggire insieme alle figlie, prima trasferendosi in auto da alcuni amici a circa trenta chilometri dalla città e poi prendendo un pullman diretto verso l’Ungheria. L’interminabile attesa di quasi venti ore al confine è valsa a proseguire in direzione della Slovenia e da lì fino a Padova dove martedì Maria ha potuto finalmente riabbracciare i suoi amici italiani.

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