5 dicembre 2025 –
Sempre più famiglie si trovano davanti a un dilemma che un tempo non esisteva: quando dare ai bambini il primo smartphone? La richiesta inizia spesso tra la quarta e la quinta elementare, quando i compagni di classe cominciano a chattare, condividere messaggi vocali o organizzare piccoli gruppi online.
I genitori, però, sanno bene che uno smartphone porta con sé non solo comodità, ma anche rischi: esposizione precoce ai social, perdita di concentrazione, difficoltà nel sonno, aumento di ansia e stress. Molti genitori scelgono di rimandare il momento, ma allo stesso tempo temono che dire sempre di no possa far sentire il proprio figlio escluso dal gruppo.
Negli ultimi anni è emersa una soluzione intermedia sempre più apprezzata: regalare uno smartwatch al posto dello smartphone. Un dispositivo che permette di rimanere in contatto con i genitori, sentirsi parte del “mondo tecnologico”, ma senza essere travolti dal flusso continuo di notifiche, video e social network.
Un modo per essere connessi… ma senza essere esposti
Il grande vantaggio dello smartwatch è che accompagna i bambini verso la comunicazione digitale in modo graduale e più protetto. Le funzioni sono limitate e pensate soprattutto per la sicurezza (telefonate, messaggi brevi, eventuale localizzazione GPS), ma non consentono la navigazione web né l’accesso ai social.
Questo rende l’esperienza tecnologica più “soft”, meno invadente e molto più facile da gestire da parte dei genitori.
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Inoltre, indossandolo al polso, lo smartwatch è meno soggetto a smarrimenti, dimenticanze e incidenti: un dettaglio che fa la differenza soprattutto per i bambini delle prime classi della primaria.
A sostenerlo è anche Ian Bogost, professore all’Università di St. Louis. Da esperto di informatica ha pubblicato un articolo sulla rivista The Atlantic dove ha spiegato le ragioni per cui regalare ai figli uno smartwatch invece che uno smartphone: «Uno smartwatch dovrebbe fare meno danni di uno smartphone -, scrive – forse potrebbe pure fargli bene».
Un primo passo verso l’autonomia digitale
Un aspetto interessante evidenziato da esperti e psicologi è che lo smartwatch può diventare un’occasione per costruire autonomia e consapevolezza.
Se lo smartphone apre la porta a un universo vasto, complesso e spesso difficile da controllare, lo smartwatch funziona come una “zona protetta”: abbastanza tecnologica da far sentire il bambino parte del mondo dei coetanei, ma non così ricca da distrarlo o sommergerlo di stimoli.
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Molti genitori raccontano che i propri figli, grazie allo smartwatch, iniziano a gestire con più naturalezza messaggi e comunicazioni brevi, a ricordarsi di rispondere, a sentirsi indipendenti negli spostamenti quotidiani — ad esempio andando a scuola a piedi o durante le attività sportive — senza essere sempre accompagnati o controllati.
Naturalmente, come accade per qualunque strumento digitale, è importante parlarne insieme, impostare regole, spiegare cosa significa rispettare la privacy propria e altrui, e dare ai bambini la sensazione di un uso di fiducia, non di sorveglianza costante.
Smartwatch: una scelta perfetta per l’età della scuola primaria
Tra i 7 e gli 11 anni, uno smartwatch può rappresentare una soluzione molto pratica: permette ai bambini di avere un primo “mezzo per comunicare” senza spalancare prematuramente la porta al mondo dei social.
È un dispositivo che risponde bene alle esigenze delle famiglie moderne: rassicura i genitori, che possono essere contattati in caso di necessità, e soddisfa i bambini, che sentono di avere un oggetto “da grandi”.
Ecco alcuni modelli:
Le criticità da considerare
Come ogni scelta tecnologica, anche quella dello smartwatch richiede attenzione. Alcuni modelli, soprattutto quelli più economici, possono avere software poco curati o sistemi di privacy non adeguati.
Inoltre, la presenza del GPS — utile in molte situazioni — può trasformarsi in un meccanismo di controllo eccessivo se utilizzato in modo rigido. È importante ricordare che l’obiettivo non è “tracciare” ogni passo del bambino, ma offrirgli libertà in sicurezza.
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Infine, anche lo smartwatch può diventare una distrazione se usato senza regole, soprattutto a scuola. Parlare con insegnanti e altri genitori può aiutare a definire limiti chiari e condivisi.
Smartwatch per bambini o smartwatch per adulti? Cosa cambia davvero?
| Smartwatch per bambini | Smartwatch per adulti (con funzioni limitate) |
| ✔ più economici ✔ colorati, semplici, resistenti ✔ funzioni base (chiamate, messaggi limitati, GPS) ✘ software spesso poco curati ✘ esperienza troppo “controllata” e poco educativa ✘ rischio che venga vissuto come un giocattolo e non come uno strumento di autonomia | ✔ messaggi e chiamate sì, ma senza la facilità dello smartphone ✔ niente social né navigazione libera ✔ aiuta a sviluppare più consapevolezza digitale ✔ promuove senso di autonomia e responsabilità ✘ costo più alto ✘ da configurare e supervisionare con attenzione |
Lo smartwatch come primo incontro con il mondo digitale
Regalare uno smartwatch al posto dello smartphone può essere un buon compromesso per accompagnare i bambini nel loro primo incontro con il mondo digitale.
È un modo per farli sentire parte della quotidianità tecnologica dei coetanei, proteggendoli però dai contenuti e dai meccanismi — spesso difficili anche per gli adulti — dei social media.
Lo smartwatch non è un semplice “antipasto dello smartphone”, ma una palestra di consapevolezza, un primo passo per imparare a comunicare, rispettare le regole online, gestire la propria autonomia e costruire sicurezza in sé e nel rapporto con gli strumenti digitali.




