Al Gaslini di Genova nuova cura contro la neutropenia

I ricercatori dell’Ospedale Gaslini di Genova ottengono un nuovo, grande risultato nella lotta ad una grave malattia ematologica che colpisce una persona ogni milione di abitanti, e che in Italia coinvolge circa 60 – 70 bambini: la scoperta di un farmaco che può curare più efficacemente la neutropenia.

I risultati dello studio decennale portato avanti dai ricercatori gasliniani è stato pubblicato sulla rivista “Blood”

A dare l’annuncio di questa nuova scoperta sono stati il direttore generale dell’Ospedale Gaslini, Paolo Piredda, la responsabile dello studio, la dottoressa Francesca Fioredda, dal direttore dell’U.O. di Ematologia, il dottor Carlo Dufour e dalla mamma di uno dei 5 bambini che, attualmente, sono curati con il nuovo farmaco.

Cos’è la neutropenia?

La neutropenia è una malattia che colpisce i neutrofili (un tipo di globulo bianco che protegge dalle infezioni causate da funghi), distruggendoli. Nel sangue delle persone affette da questa patologia si registrano livelli molto bassi di neutrofili, una condizione incompatibile con la vita, che può portare anche allo sviluppo della leucemia.

In passato, circa il 90% dei pazienti affetti da neutropenia moriva nei primi anni di vita.

Nuovo farmaco, ancora più efficace

Dal 1991 esiste un farmaco che, iniettato tutti i giorni, offre una speranza di vita ai bambini affetti da questa patologia. Tuttavia, la necessità di somministrarlo ogni giorno risulta essere un ostacolo alla garanzia di una protezione ottimale per i bambini affetti dalla patologia.

Da dieci anni, un team di ricercatori del Gaslini, guidato dalla dottoressa Francesca Fioredda, è impegnato in uno studio incentrato sulla ricerca di un farmaco alternativo a quello esistente. E, dopo molti anni di lavoro, l’impegno dei medici ha dato i suoi frutti: gli ematologi del Gaslini hanno deciso di tentare una cura, in via sperimentale, con un medicinale usato per curare altre patologie che, somministrato ogni 7 – 9 giorni, dà risultati nettamente superiori del precedente e migliora sensibilmente la qualità della vita dei pazienti.

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