Allatamento: la mutazione genetica che lo impedisce

Abbiamo ribadito più volte che tutte le donne hanno il latte, che tutte le donne possono allattare e che i casi di vero impedimento sono proprio pochissimi. Questi casi però ci sono, e bisogna conoscerli, in modo tale da non confonderli con altre situazioni che nulla hanno di definitivo ma possono essere semplicemente transitorie e che con l’aiuto di una consulente possono essere risolti. Tra i problemi seri che incidono sulla pratica dell’allattamento, invece, c’è una rara mutazione genetica che impedirebbe la normale produzione del latte.

A scoprire tale anomalia è stato un team di ricerca del Penn State College of Medicine, negli Stati Uniti. I ricercatori hanno infatti scoperto che vi è una mutazione nella proteina ZnT2. Tale mutazione sarebbe la causa di un’anomala crescita delle ghiandole mammarie e di conseguenza di una scarsa o nulla produzione di latte. I ricercatori sono arrivati a questo assunto valutando il ruolo dello zinco. Infatti, secondo gli studi, qualora il latte venga secreto, non si hanno i valori nutrizionali del latte normalmente prodotto in assenza di patologie. Lo zinco, appunto, avrebbe un ruolo determinante. Le donne che presentano la mutazione della proteina ZnT2 non veicolano lo zinco che viene poi sprigionato nel latte, che al contrario viene accumulato nel citoplasma cellulare.

In questo caso il latte che viene prodotto è quantitativamente scarso e qualitativamente inferiore rispetto al latte prodotto in condizioni normali.

Non bisogna però fare nessun allarmismo, in quanto questa mutazione ha un’incidenza davvero molto bassa e colpisce pochissime donne. In realtà Shannon Kelleher, la coordinatrice di questa ricerca, ambisce a identificare la mutazione nelle donne durante la gravidanza in modo da poter affrontare il problema prima della nascita del bambino. In questi casi allora si il latte artificiale avrà una certa utilità e difatti dovrebbe esserne limitato l’uso a queste situazioni, laddove una donna voglia davvero allattare naturalmente il proprio bambino. Non solo, per chi desidera allattare e per problemi così gravi non dovesse essere possibile, potrebbe essere necessario un supporto psicologico.

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