Combattere le allergie alimentari in età pediatrica: cos’è la desensibilizzazione orale

In età pediatrica le allergie alimentari rappresentano un problema diffuso e che spesso viene risolto eliminando determinati cibi dalla dieta dei bambini: tuttavia grazie alla desensibilizzazione orale per alimenti, conosciuta anche come immunoterapia orale e praticata in un ambiente ospedaliero, è possibile somministrare gradualmente determinati cibi a piccole dosi fino a individuare la soglia massima tollerata dal bimbo.

Cos’è la desensibilizzazione orale?

Da qualche tempo per combattere le allergie alimentari dei bambini si privilegia un approccio terapeutico che non elimina in modo brusco dalla loro dieta tutti quegli alimenti (latte, uova, arachidi, pesce, frutta a guscio) che di solito provocano delle reazioni e i cui sintomi si manifestano con prurito, gonfiori delle estremità o del volto e orticaria.

La desensibilizzazione orale per alimenti (DOPA) o immunizzazione orale parte infatti dal principio che per trattare le allergie si debba somministrare in modo cauto l’alimento incriminato, iniziando con dosi molto basse e poi aumentandone la quantità fino a scoprire la soglia di tolleranza o “quantità protettiva”.

Trattandosi di una pratica sperimentale va ovviamente praticata in un ambiente idoneo come quello ospedaliero e sotto il controllo di un’équipe medica in modo da evitare quelle spiacevoli conseguenze tipiche dei metodi casalinghi.

I vantaggi di questa terapia

I principali vantaggi della desensibilizzazione orale stanno nel consentire ai bimbi allergici di non dover escludere dalla dieta degli alimenti importanti ma anche di migliorare la qualità della loro vita: infatti potrebbe accadere che assumano involontariamente quegli stessi cibi a scuola o fuori casa, sviluppando una reazione allergica quando non sono sotto la tutela dei genitori.

Attraverso l’immunoterapia orale si evita pure che i piccoli pazienti possano avere reazioni molto gravi se ingeriscono anche modiche quantità di certi alimenti.

Insomma si può parlare di un “allenamento” per le cellule che sono coinvolte nei processi legati alle reazioni immuni e che pian piano sviluppano una reattività minore (se non proprio azzerata) rispetto a un determinato allergene: inoltre, nonostante di recente alcune pubblicazioni scientifiche abbiano evidenziato alcuni possibili rischi, le testimonianza di chi pratica quotidianamente la DOPA e di associazioni di pazienti allergici quale Food Allergy sono positive e confermano un netto miglioramento della qualità della vita dei bimbi.

Il parere dell’allergologo infantile

Secondo Elio Novembre, direttore dell’Unità di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, “la DOPA contribuisce a migliorare la qualità della vita dei pazienti e anche la serenità familiare dato che molti genitori vivono nel terrore costante che i figli vengano a contatto anche solo con una posata contaminata da un certo alimento”.

Secondo Novembre molte famiglie chiedono espressamente che i loro figli seguano questo percorso terapeutico e sono informate costantemente del suo progresso oltre che dei remoti ma possibili rischi di effetti quali l’anafilassi: “La maggior parte dei casi riguarda l’immunizzazione orale per uova, latte e nocciole e spesso è l’arachide l’alimento più impiegato: la richiesta di quale allergene usare però parte sempre dalla famiglia in modo da creare dosi personalizzate di quel cibo e ridurre le reazioni allergiche gravi” ha precisato il pediatra e allergologo aggiungendo infine che la sfida per il futuro è “mantenere tale stato di non-reattività a lungo termine, agendo sulle cellule immunitarie in modo che questo persista anche quando l’assuzione graduale dei cibi a cui si è allergici venga interrotta”

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