Cibi allergizzanti in svezzamento: come e quando introdurli

Fino a non molto tempo fa lo svezzamento tradizionale prevedeva una tabella ben precisa per stabilire quando cominciare ad offrire al piccolo i cosiddetti cibi allergizzanti e spesso per alcuni di essi veniva consigliato di attendere l’anno, al fine di prevenire possibili allergie alimentari.

Le linee guida aggiornate invece non parlano più di crono-inserimenti per l’introduzione dei vari cibi: addirittura, esisterebbe invece una “finestra temporale” in cui sarebbe meglio far incontrare tutti gli alimenti al sistema immunitario del bambino attraverso lo stomaco.

Ma quando possiamo cominciare allora ad offrire al nostro bambino gli allergeni e in che modo? Facciamo il punto con il Dottor Guido Marinelli, pediatra di MioDottore.

Indice

Allergia alimentare e intolleranza alimentare: le differenze

In ambito alimentare, allergia e intolleranza vengono spesso utilizzati come sinonimi. Questo è un errore in quanto sono condizioni con cause, sintomi e percorsi diagnostici differenti.

L’allergia alimentare è una reazione di tipo immunitario nei confronti di molecole, per la maggior parte proteiche, chiamate allergeni. L’intolleranza è una reazione dell’organismo dovuta alla difficoltà di metabolizzare un dato alimento o un suo componente.

La reazione allergica si manifesta in modo molto più severo rispetto all’intolleranza, con svariati sintomi clinici entro poche ore o minuti dall’assunzione dell’allergene. Invece, le intolleranze, molto più diffuse delle allergie, si manifestano prettamente con sintomi gastrointestinali, in rarissimi casi invalidanti, ma senza essere mai gravi come le allergie.

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Capitolo a parte è la celiachia, da non considerarsi come allergia o intolleranza, bensì come una patologia autoimmune. Si caratterizza per una reazione avversa del sistema immunitario verso frazioni del glutine, proteina di alcuni cereali quali frumento, farro, orzo, segale, kamut. L’esposizione al glutine conduce a un’infiammazione che danneggia il rivestimento dell’intestino tenue, causando l’appiattimento dei villi intestinali e di conseguenza un’incapacità di assorbire i nutrienti (malassorbimento).

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Quali sono gli allergeni alimentari

L’elenco degli allergeni alimentari è lunghissimo e soggetto a continui aggiornamenti.

I principali allergeni sono le proteine del latte vaccino, delle uova, la frutta secca e il pesce, ma l’elenco è molto più ampio.

Il Regolamento UE n. 1169/2011, entrato in vigore il 13 dicembre 2014, ha introdotto l’obbligo per produttori ed esercizi commerciali di segnalare la presenza di sostanze che possono provocare reazioni ad alimenti, elencando 14 allergeni:

  1. Cereali contenenti glutine
  2. Crostacei
  3. Uova
  4. Pesce
  5. Arachidi
  6. Soia
  7. Latte
  8. Frutta a guscio
  9. Sedano
  10. Senape
  11. Semi di sesamo
  12. Anidride solforosa e solfiti
  13. Lupini
  14. Molluschi

In realtà questo elenco non è esaustivo; basti pensare all’allergia a frutta fresca, in particolare kiwi o pesca, o a carne rossa, come per la sindrome alpha-gal,. Durante l’ultimo convegno SIAIP (Società Italiana Allergologia e Immunologia Pediatrica), alcuni specialisti hanno inoltre segnalato casi di allergie a zafferano o a farina di insetti.

Quando introdurre gli allergeni

Il timing dello svezzamento e dell’introduzione degli alimenti è stato soggetto a discussione in diverse linee guida. Ad eccezione dell’OMS, che raccomanda di avviare lo svezzamento dopo il 6° mese di vita, le principali società scientifiche pongono la finestra tra i 4 e i 6 mesi di vita.[1]

Per quanto riguarda il timing di introduzione dei vari alimenti, le principali società scientifiche pediatriche sottolineano l’assenza scientifica nel ritardare l’introduzione di alimenti solidi (anche per quelli tradizionalmente considerati maggiormente allergizzanti, come uovo, pesce, frutta secca) per la prevenzione allergica e come anticipare l’introduzione in maniera eccessiva (prima dei 4 mesi) non ha effetto protettivo nei confronti delle allergie.[2]

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È importante personalizzare il timing di avvio dello svezzamento a seconda dello sviluppo psicomotorio raggiunto dal bambino, della sua curiosità nei confronti dei cibi solidi, dal counseling adeguato ai genitori sulle varie modalità di svezzamento e sulla sua esecuzione in sicurezza, dal taglio sicuro all’apprendimento delle manovre salvavita per il soffocamento.

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Allergeni in gravidanza e allattamento

Secondo l’EAACI (European Academy of Allergy & Clinical Immunology) la dieta della madre, sia in gravidanza che in allattamento, non influenza lo sviluppo di allergie nel bambino.[3] Pertanto non sono necessarie particolari diete per prevenire allergie nella prole.

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Allergeni in svezzamento: i vantaggi di un’esposizione precoce

Lo studio LEAP del 2014 è stato una rivoluzione e spartiacque in allergologia pediatrica, in quanto ha dimostrato come un’introduzione precoce di arachidi in bambini ad alto rischio allergico (ovvero con dermatite atopica e allergie alimentari), riduceva significativamente l’insorgenza di allergia per arachidi in questi bambini.[4]

Al contrario, un altro studio osservazionale ha evidenziato un maggior rischio di allergia in caso di introduzione più tardiva di uovo (>9 anni) [2].

Come introdurre gli allergeni in svezzamento

Riguardo le modalità di svezzamento, non ci sono raccomandazioni univoche da parte delle società scientifiche al riguardo.

Alcune consigliano di saggiare la tolleranza di nuovi alimenti per alcuni giorni, altre linee guida hanno omesso questa raccomandazione, altre ancora consigliano l’introduzione di un nuovo alimento singolo per volta, alcuni pediatri invece reputano sicura l’introduzione di più nuovi alimenti contemporaneamente [1].

In generale è ancora ragionevole introdurre ogni nuovo alimento valutando per qualche giorno come questo viene tollerato dal bambino, partendo da piccole quantità di cibo (1/4 di cucchiaino al primo assaggio) e aumentandole nell’arco dei tre giorni, somministrando ogni nuovo alimento almeno una volta a settimana, come indicano anche le linee guida inglesi [5].

Si consiglia di evitare di introdurre più alimenti contemporaneamente in quanto, in caso di reazione, il percorso diagnostico risulterebbe molto complesso. Questo errore è dietro la porta, soprattutto al ristorante, dove si tende ad abbassare di più la guardia.

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Familiarità allergica: come comportarsi

Recenti studi hanno dimostrato che non ci sono rischi statisticamente significativi di allergia alimentare nei fratellini di bambini affetti da allergia alimentare.

Le linee guida inglesi consigliano di non ritardare l’assunzione di allergeni alimentari nei fratelli di bambini allergici, in quanto questo sembrerebbe aumentare il rischio di allergie, ponendo attenzione a non contaminare il pasto del fratellino allergico.

Inoltre, in caso di fattori di rischio per allergia (dermatite atopica grave e altre allergie alimentari), è incentivata l’introduzione di alimenti quali uovo in forma cotta e arachidi a partire dai 4 mesi di vita del bambino [5].

Reazioni ai cibi allergizzanti: i sintomi

Le reazioni allergiche per alimenti mediate dagli anticorpi (IgE mediato) si manifestano entro 4 ore dall’introduzione dell’allergene. Il bambino può presentare sintomi di tipo:

  • Gastrointestinali, con vomito, diarrea e dolore addominale;
  • Dermatologici, con orticaria diffusa;
  • Respiratori, con starnutazioni, aumento secrezioni nasali, tosse e respiro fischiante, difficoltà respiratoria;
  • Cardiocircolatori con sopore, collasso cardiocircolatorio fino ad arrivare allo shock anafilattico.

Altre reazioni come le non IgE mediate, ad esempio la FPIES (enterocolite allergica), possono presentarsi entro 12 ore dall’inserimento dell’allergene, con sintomi gastrointestinali quali vomito, diarrea, disidratazione, sopore e anche in questo caso collasso cardiocircolatorio.

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In questi casi è necessaria immediatamente una visita pediatrica urgente e successivamente una valutazione allergologica per definire il miglior percorso diagnostico, valutando la necessità di terapia all’occorrenza con farmaci salvavita, come l’adrenalina, o l’avvio di una terapia desensibilizzante (guidando la famiglia nella somministrazione di minime quantità giornaliere dell’alimento incriminato) per guarire dall’allergia.

Una reazione allergica lieve, che si manifesta unicamente con l’emissione di sangue nelle feci a distanza di giorni dall’assunzione dell’allergene, è la proctocolite allergica. Sebbene la prognosi di questa condizione sia buona, in caso di sintomi è indicato il consulto con il pediatra di famiglia.

Le intolleranze hanno sintomi meno drammatici quali diarrea, vomito e dolore addominale, che regrediscono alla sospensione o alla limitazione dell’alimento incriminato.

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Test diagnostici per le allergie ed intolleranze: sono utili?

I test allergologici vanno prescritti e interpretati unicamente da un medico con conoscenze di allergologia alimentare; perciò, il pediatra sconsiglia fortemente l’esecuzione di test allergici quali prick test e dosaggio delle IgE in autonomia e senza aver consultato prima il curante o l’allergologo pediatrico.

Per quanto riguarda i test delle intolleranze, quali il VEGA-test, il Cytotoxic test, il dosaggio delle IgG4 sieriche specifiche e delle IgA salivari, tecniche di “biorisonanza”, l’analisi del capello, della permeabilità intestinale e l’analisi del microbiota fecale, non trovano nessun fondamento scientifico.[6]

Consigliata invece l’esecuzione dell’unico test validato per le intolleranze alimentari, il Breath Test per l’intolleranza al lattosio, ma solo su indicazione medica.

BIBLIOGRAFIA:
[1] A pragmatic approach to infant feeding for food allergy prevention Pediatr Allergy Immunol. 2022;33:e13849,  V McWilliam et al.
[2] Manuale di Nutrizione in età evolutiva-SIPPS, Genn 17, AA.VV, editore Cuzzolin
[3] EAACI guideline: Preventing the development of food allergy in infants and young children (2020 update), Pediatr Allergy Immunol. 2021;32:843–858, S. Halken et al
[4] Randomized Trial of Peanut Consumption in Infants at Risk for Peanut Allergy, N Engl J Med 2015; 372:803-813, G. du Toit et al.
[5] Preventing food allergy in your baby: A summary for parents, BSACI 2020
[6] https://choosingwiselyitaly.org/raccomandazione-citt/test-per-le-intolleranze-alimentari/

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