Il prurito nei bambini: la parola al pediatra

Sarà capitato a tutti, al solo sentire parlare o anche vedere immagini di pidocchi, cimici, o scabbia, di iniziare a grattarsi istintivamente la testa o altra parte del corpo in preda a quella spiacevole sensazione che chiamiamo comunemente prurito. Ci spiega come comportarci con il prurito nei bambini il dottor Sergio Oliva pediatra e allergologo di MioDottore.

Il prurito come meccanismo di difesa della pelle

Il prurito è il più frequente sintomo cutaneo, generato da particolari recettori della cute che ci consentono di interagire con il mondo esterno. Questi recettori ci aiutano a percepire variazioni di temperatura, pressione e contatto con sostanze pericolose o con parassiti che innescano quei meccanismi di difesa/allontanamento da agenti potenzialmente pericolosi che si traducono nel “grattarsi”.

Due cose sono da tener presenti in caso di prurito: nella grande maggioranza dei casi è un fenomeno transitorio e non deve destare preoccupazione (si esaurisce al risolversi della causa che lo ha provocato o allontanando la stessa), di contro quando persiste per diverso tempo può essere un campanello di allarme perché segnala che qualcosa, nel corpo o nella psiche, non va. È un sintomo generico, non specifico, comune a diverse situazioni, generato da cause molto diverse tra loro e a volte difficile da interpretare, altre volte può essere così intenso da peggiorare la qualità della vita e del sonno del soggetto.

Quali sono le cause del prurito?

Visitando i bambini con prurito e chiedendo loro di spiegare cosa sentono, le risposte variano molto: “Mi prude, sento un pizzicorino insistente, un bruciore strano, è come se avessi aghi nella pelle, il fastidio è insopportabile, come una specie di solletico”. Si tratta di sensazioni molto diverse tra loro, in relazione sostanzialmente alla causa che lo ha generato, alle vie nervose stimolate e alle sostanze pruritogene liberate.

Per semplicità, possiamo dire che sono tre le principali cause del prurito:

  • Dermatologiche (più frequenti) – Quando il sintomo origina da una malattia che colpisce la pelle come eczema, dermatiti, psoriasi, orticaria, allergia (alimentare e/o da contatto), punture d’insetti, eritema solare, infestazione da parassiti (scabbia, pidocchi, ossiuriasi), malattie infettive (varicella, morbillo, scarlattina) e secchezza della pelle. Quest’ultima, chiamata anche xerosi, è una condizione tipica e molto comune della dermatite atopica, frequente nei bambini, dovuta ad un’alterazione della funzione di barriera della pelle che reagisce con un’infiammazione cronica (causa diretta del prurito), disidratazione degli strati superficiali che desquamano e si screpolano.
  • Neurogeniche o neuropatiche – Dovute a disturbi dei nervi sensoriali periferici come succede nella nevralgia che segue l’infezione da Herpes Zoster (il cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio”) per fortuna molto rara nell’infanzia. Ancora più raramente nel bambino consegue a irritazione o compressione dei nervi periferici.
  • Psicogena, comprende il prurito senza una causa apparente – La pelle risulta integra e sana, gli esami ematici sono tutti perfettamente in regola. Si tratta di una somatizzazione, ossia la manifestazione attraverso la pelle di un disagio emotivo che non trova altra via di sfogo. Spesso i soggetti che soffrono di questo fastidiosissimo disturbo sono ansiosi o malinconici-depressi in seguito a eventi spiacevoli nell’ambiente familiare, scolastico o sportivo.

“Non riesco a far smettere mio figlio dal grattarsi. Come fare?”

Purtroppo spesso si entra in un circolo vizioso. Il grattamento è un fenomeno del tutto naturale e, per certi versi necessario: stimolando la liberazione di istamina da parte di cellule chiamate mastociti, da un lato si attiva l’infiammazione locale che aumenta le difese della pelle, dall’altro alimenta il prurito, generando così un circolo vizioso difficile da fermare.

Infine c’è il grattamento di riflesso: si vede qualcuno grattarsi, oppure si sente parlare di prurito e di situazioni notoriamente pruriginose e le mani partono subito. Colpa dei cosiddetti neuroni specchio.

La domanda che spesso ricorre è: ma grattarsi è concesso?

Se strofinare la pelle procura sollievo e piacere oppure appaga un bisogno, nulla di male se fatto con discrezione. Allorquando il grattamento diventa intenso e ripetuto con unghie inevitabilmente ricettacolo di batteri, funghi e virus, può causare lesioni e ferite che espongono la pelle a infezioni sicure. Se il fastidio è proprio insopportabile, meglio non usare le unghie e
ricorrere al “rubbing”, lo sfregamento con i polpastrelli, che dà sollievo ma non provoca danni.

Cosa fare quando il prurito non passa?

Cosa fare? Per prima cosa rivolgersi al proprio medico per individuare la causa del prurito, per una terapia causale o sintomatica e per ricevere quei consigli e accorgimenti utili ad arginare il problema.

Solo in casi particolari e dove ci sia il sospetto che il prurito sia la spia di una patologia sistemica sarà necessario procedere ad esami ematici
specifici e al consulto con lo specialista.

Come possiamo alleviare e trattare il prurito?

Non soggiornare in ambienti dove la temperatura è alta e l’aria è secca,
cosi come non indossare abiti troppo pesanti poiché in queste condizioni la soglia del prurito si innalza. Applicare sulla pelle pruriginosa compresse di cotone raffreddate ma non umide, poiché l’acqua, evaporando, secca ancor di più la pelle peggiorando il problema.

Può essere utile anche una doccia fresca, asciugandosi subito senza sfregare la pelle ma tamponando delicatamente.

Nei casi di prurito modesto potrebbe essere efficace l’applicazione di talco liquido al mentolo, che procura una piacevole sensazione di freschezza, oppure di creme emollienti e di olio di mandorle dolci, con un leggero
massaggio che oltretutto svolge anche una benefica azione rilassante.

È consigliato evitare l’utilizzo di prodotti per l’igiene personale troppo aggressivi, di scarsa qualità, o che contengano allergeni dei profumi o di altro tipo; può inoltre essere utile indossare indumenti di cotone o in fibre naturali, evitando le fibre sintetiche, che spesso risultano irritanti.

L’utilizzo dei farmaci (antistaminici, cortisonici etc.) è assolutamente da
attuare dopo consulto con il vostro pediatra di fiducia che, dopo aver visitato il bimbo e valutato le possibili cause, deciderà quale tipo di farmaco somministrare, la via di somministrazione (locale o sistemica) e la durata della terapia.

Proprio per la notevole varietà di cause che provocano il prurito, è necessario scegliere la terapia giusta, efficace in quel preciso caso riducendo al minimo i possibili effetti collaterali.

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