Anoressia e lockdown: aumentano i casi tra i bambini

Arriva dalla Società italiana di Pediatria una notizia allarmante che riguarda i disturbi dell’alimentazione: sono sempre più frequenti i disturbi di anoressia nervosa in particolare  tra i giovanissimi.

Ciò che preoccupa i pediatri è l’aumento della sua incidenza tra gli adolescenti. La causa, o meglio uno dei fattori facilitanti, sarebbe il lockdown, cioè la permanenza forzata in casa, con il risultato di un aumento significativo dei ricoveri.
Il fenomeno ha spinto così la S.I.P., di concerto con le Regioni, a voler approfondire e valutare la reale incidenza della problematica con una ricerca sul campo. Ad essere analizzate sono le caratteristiche distintive di quello che è un vero e proprio disturbo mentale molto insidioso. In primo luogo il ragazzo decide volontariamente di mangiare poco o quasi nulla. Questo porta come conseguenza la riduzione notevole del peso corporeo con i problemi collegati. Infine, e questo è l’aspetto chiave, l’adolescente nonostante la magrezza, continua a vedersi grasso. Soffre quindi di una vera e propria ‘dispercezione’ corporea.

I numeri e le conseguenze dell’anoressia nervosa

I numero parlano chiaro: in Italia sono più di due milioni gli adolescenti intrappolati nei disturbi dell’alimentazione. Ne soffrono ragazzi tra i 12 e i 25 anni, anche se già dall’età di 8 si possono riscontrare i primi campanelli d’allarme. È proprio questo a preoccupare i medici: l’abbassamento della soglia della comparsa, tra gli 8 e i 14 anni, e quindi l’aumento della percentuale dei ragazzini.
Cosa possono fare i genitori per aiutare i propri figli? Innanzitutto far caso a cambi nelle abitudini alimentari, come l’esclusione di certi cibi o il mangiare il cibo dopo averlo tagliuzzato a livelli microscopici.
Se poi il ragazzo tende ad isolarsi socialmente, a vestirsi con abiti sformati e larghi e contemporaneamente a fare molta attività fisica, è davvero il caso di intervenire in loro aiuto.

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