La pandemia vista attraverso i disegni dei bambini: il Covid ha lasciato il segno

La pandemia da Covid-19 ha colpito il Mondo intero e ha lasciato un’impronta indelebile nella vita di tutti noi.

Ma come hanno vissuto questo momento i bambini? Nella frenesia delle restrizioni e dei provvedimenti per contenere i contagi, le loro emozioni e i loro pensieri sono stati spesso trascurati o sottovalutati.

In questo articolo, esploreremo i risultati di uno studio svedese, condotto dall’Università di Uppsala, che ha analizzato i disegni di circa cento bambini tra i quattro e i sei anni, per comprendere a fondo le loro emozioni e i loro pensieri, durante la fase più difficile del periodo pandemico.
I dati raccolti sono stati pubblicati su Acta Pediatrica recentemente e offrono una panoramica a tratti severa ma molto interessante, che – siamo certi – saprà ispirare validi spunti di riflessione sul complicato mondo dei più piccoli.

Gli effetti emotivi del Covid sui bambini: lo studio svedese

Gli studiosi dell’Università di Uppsala hanno condotto una meticolosa analisi per determinare la percezione dei bambini svedesi durante la pandemia, basandosi sui disegni prodotti da loro stessi.
Grazie alla partecipazione di 106 famiglie, che hanno incoraggiato i loro figli nella realizzazione di questi disegni e delle relative descrizioni, i ricercatori hanno potuto raccogliere il materiale necessario.

Le istruzioni fornite ai bambini li invitavano a utilizzare parole spontanee e naturali per descrivere le immagini prodotte. I disegni, accompagnati dai dati anagrafici essenziali, sono stati raccolti dallo Swedish Archive of Children’s Art tra aprile 2020 e febbraio 2021.

Come si è svolta l’analisi?

Lo studio si è basato su un’osservazione di tipo visivo-semiotico, finalizzata alla comprensione dei segni prodotti e della descrizione fornita. Questa doppia dimensione è stata ritenuta interessante e funzionale per raccogliere gli stati emotivi più profondi dei bambini, che hanno subito gli effetti della pandemia nonostante non siano stati direttamente colpiti dalla malattia, nella maggior parte dei casi.

Dunque, quali sono le emozioni coltivate, custodite e detestate dai bambini durante la pandemia? Vediamole insieme.

I segni del Covid sui bimbi: cosa hanno raccontato i loro disegni?

I disegni dei bambini hanno fatto emergere un duplice aspetto del loro vissuto. Da un lato, infatti, il Covid è spesso percepito come un mostro cattivo, capace di gettare sconforto, stravolgere vite e allontanare gli affetti.

“Due bambini combattono il coronavirus” bambino svedese di 5 anni. 

Dall’altro, il focus sembra orientato verso le norme igieniche volte a contenere il contagio; prova della profonda alfabetizzazione sanitaria esercitata sia dai media che dagli enti locali, fortemente impegnati nel periodo pandemico a trasmettere indicazioni operative per arginare la diffusione del virus.

Dunque, a dominare i disegni, gli studiosi hanno trovato mostri verdi, particelle di virus volanti e minacciose, mani coperte da batteri virulenti, segnali della percezione di un ambiente esterno pericoloso e ostile.

“Un ragazzo tossisce e poi mette le mani lì (sulla casa), e qualcuno arriva e la tocca, e si ammala. La X vuol dire che non dovresti uscire e prendere i batteri. I batteri sono sottoterra. Le facce blu vogliono dire che sei malato”. Bambino di 5 anni. 

I disegni dei bambini durante la pandemia: la paura e il disagio

Nonostante, dunque, la Svezia sia stata tra le poche nazioni europee a sostenere l’applicazione di restrizioni minime alla vita quotidiana della propria popolazione, i cambiamenti, il clima di paura e lo stravolgimento della routine ha profondamente segnato i bambini.

Da questo punto di vista, alcuni disegni hanno mostrato un disagio lampante: “Coronavirus: vomiti, poi tossisci e poi o guarisci o muori” così recita la descrizione fornita al proprio disegno da un bambino di sei anni.

Coronavirus: vomiti, poi tossisci e poi o guarisci o muori

In definitiva, l’analisi ha fornito una preziosa finestra sulle esperienze emotive e pratiche dei più piccoli. Paura, malattia, solitudine, nostalgia delle persone care: queste sembrano emergere come parole d’ordine dall’osservazione dei disegni appartenenti a bambini, che per un lungo periodo sono stati privati della loro infanzia, dei loro nonni e di tutto ciò che serve a un bambino per crescere sereno.

Dunque, si, lo studio svedese conferma un dato su tutti: il Covid-19 ha lasciato un grande segno sui più piccoli. Una traccia che, probabilmente, richiederà più di qualche tempo per essere definitivamente cancellata.

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