Capita spesso, da genitori, di non sapere cosa fare quando i propri figli si arrabbiano. Lasciarli sfogare o consolarli? Aspettare che passi o intervenire? E ancora, “Avrò fatto bene ad arrabbiarmi con lui?” o “Come gestisco ora la situazione?”.
Vero è che, se crescere non è semplice per i bambini, educare è ancora più difficile per i genitori. Ecco che, allora, dal mondo pedagogico, viene in soccorso “il cestino della rabbia”.
Si tratta di uno strumento educativo e rituale con cui il bambino può imparare a controllare la propria rabbia. È un’idea che serve ai bambini per gestire l’emotività infantile e ai genitori per affrontare al meglio i conflitti con i propri bambini. La rabbia è un’emozione naturale, frequente e importante, ma bisogna imparare presto a conoscerla e controllarla, per instaurare rapporti sereni con gli altri.

A cosa serve un “cestino della rabbia” e come si crea? Basta una scatola, un cesto o un grosso barattolo che il bambino dovrà personalizzare. Ogni volta che il bimbo avrà un impeto o un eccesso d’ira, potrà fare un disegno, appallottolare un foglio e così via e gettarlo nel cestino. In questo modo, attraverso un approccio rituale, la rabbia verrà scaricata e depositata in un luogo preciso, attraverso uno spazio-tempo simbolico.
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Una cosa simile la fa Roberto, in un libro amatissimo da più piccoli, Che Rabbia. La rabbia è rappresentata da un mostro rosso che esce dalla sua bocca: dopo essersi sfogata, aver messo a soqquadro la cameretta del bambino e rotto il suo giocattolo preferito, la rabbia diventa piccola piccola, e viene chiusa in una scatolina.
In questo modo il piccolo potrà controllare le proprie emozioni negative in maniera consapevole, trasformandole in positività. L’età più idonea per iniziare a proporre il "cestino della rabbia" è a partire dai 4/5 anni.