Bambini avvelenati dal piombo: gli effetti nocivi della neurotossina

Le stime di Pure Earth e Unicef in relazione al programma ambientale “The Toxic Truth” parlano chiaro: anche in Italia la percentuale di bambini e adolescenti che presentano livelli medi di piombo nel sangue continua a crescere, destando particolare preoccupazione a chi ogni giorno si impegna e combatte per vivere in un mondo più pulito. Francesco Samengo e Henrietta Fore, responsabili dell’Unicef hanno ribadito l’allarme.

L’allarme delle organizzazioni no-profit e i bambini avvelenati dal piombo, danni irreparabili per la salute

Fin dal principio, il mondo delle associazioni, specie quelle no-profit come Unicef e Pure Earth, si è sempre battuto per un mondo meno a rischio sotto il profilo della sicurezza e della tutela della salute, lanciando costantemente un allarme piuttosto deciso agli organi d’informazione. Stando agli ultimi dati rilevati, un bambino su tre sarebbe a forte rischio di avvelenamento a seguito di esalazione delle microtossine rilasciate dal piombo acido, specie durante le operazioni di normale smaltimento dei rifiuti.

Una recente pubblicazione su “Environmental Health Perspectives” conferma la tossicità del piombo, dal momento che genera una neurotossina deleteria per la salute.

L’esposizione dei bambini è connessa allo sviluppo di altre conseguenze, soprattutto mentali e comportamentali. Gli adolescenti, invece, potrebbero soffrire di patologie renali e cardiovascolari.

Sugli effetti del piombo, Francesco Samengo, presidente dell’Unicef, ha già chiarito: “È particolarmente distruttivo per i bambini molto piccoli e fino ai 5 anni di età e danneggia il loro cervello prima che abbiano l’opportunità che si sviluppi completamente, causando disabilità neurologica, cognitiva e fisica”. Il dg Henrietta Fore, invece, aveva aggiunto: “Dobbiamo ispirare azioni urgenti per proteggere i bambini una volte per tutte”, evidenziando come gli effetti nocivi possano risultare un dramma per i Paesi a basso e medio reddito.

Discariche abusive e smaltimento inadeguato, Taranto, Kabwe e l’Asia Meridionale

Gli effetti sulla salute in concomitanza alla quotidiana attività svolta dalle multinazionali non sono, infine, rassicuranti: a Taranto, l’ILVA continua ad allertare medici e sanitari. A Kabwe, in Zambia, il piombo avvelena ogni giorno decine di bambini. Dopo la chiusura dell’ormai più famosa ex miniera dell’Asia Meridionale, l’allarme non è mai rientrato ed il pericolo del collasso è sempre dietro l’angolo.

 

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Fonte: il fatto quotidiano

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