Bambini e Caccia: la proposta di safari che fa infuriare gli animalisti

I bambini e il rapporto con la caccia: un legame discusso ancora in questi giorni, soprattutto per via degli studi che mettono in guardia circa l’effetto che la violenza sugli animali potrebbe avere sul loro comportamento da adulti. E a rinfocolare le polemiche ci hanno pensato le cruenti immagini dei safari per famiglie in Africa che vedono coinvolti dei minori.

Safari per bambini in Africa

Secondo numerosi studi, tra cui il report di Link Italia realizzato in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, i bambini non dovrebbero partecipare a battute di caccia grossa. Questo non solo per via della pericolosità e della violenza di certi contesti, ma anche perché gli studi hanno evidenziato come la violenza perpetrata per sport sugli animali potrebbe influenzare il loro sviluppo psicologico.

E il rapporto dei minori con la caccia è di nuovo d’attualità negli ultimi giorni grazie a un reportage del tabloid britannico Daily Star che ha rivelato come in molti Paesi africani si organizzano per i turisti occidentali dei safari a misura di famiglia. In alcuni scatti si vedono infatti bambini sotto i 10 anni che posano con le armi dei genitori in mano o sulle carcasse degli animali come se fossero trofei: spesso immortalati da videomaker professionisti assunti per celebrare l’occasione.

La proposta di insegnare la caccia a scuola

Il reportage del Daily Star ha scatenato la reazione di diverse associazioni animaliste, che hanno criticato l’ostentazione delle carcasse insanguinate di zebre e antilopi, in quello che è un vero e proprio business. Diverse aziende nel continente africano organizzano dei safari pensati appositamente per i minori al fine di “fidelizzare” quelli che saranno i clienti del futuro e facendoli appassionare alla caccia.

Se nel Regno Unito il tema è diventato oggetto di dibattito, in Italia proprio di recente è stata la politica a proporre di insegnare l’arte venatoria a scuola: Barbara Mazzali, consigliera di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia, ha difeso infatti l’idea avanzata dalla collega di partito Elena Donazzan, Assessore all’Istruzione della regione Veneto. Il post della Mazzali, ora rimosso, recitava che “l’arte venatoria insegnata a scuola porterebbe ad una interdisciplinarietà delle materie, ad un collegamento tra scienze, botanica, agricoltura, chimica, geografia, cucina e perché no anche storia”.

Di fronte alle proteste della LAC (Lega Abolizione Caccia) la consigliera ha però fatto parzialmente marcia indietro spiegando che il suo era solo “un intervento per difendere la Donazzan dato che io non ho mai pensato di insegnare a ragazzi e bambini a sparare agli animali“.

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