Bambini e tiroide: l’importanza di una diagnosi precoce

La tiroide è una ghiandola endocrina posta nella parte anteriore del collo il cui ruolo è quello di controllare tutti i processi metabolici, pertanto la sua funzionalità risulta estremamente importante per il benessere dell’organismo.

In caso di deficit funzionale si parla di ipotiroidismo, se invece si verifica una iperstimolazione si instaura ipertiroidimo; entrambi questi disturbi comportano una serie di sintomi piuttosto invalidanti. Nel caso di un neonato, è fondamentale diagnosticare per tempo queste patologie, al fine di cominciare subito la terapia e scongiurare il rischio di conseguenze invalidanti.

Ipotiroidismo congenito nel bambino

L’ipotiroidismo congenito è una patologia che consiste nel mancato sviluppo della ghiandola, che ha un’epidemiologia di 1 su 4000 neonati.

In alcuni casi, la causa scatenante di tale disturbo è dovuta ad un difetto enzimatico del metabolismo dello iodio, elemento fondamentale nella sintesi degli ormoni tiroidei.

Se non viene diagnosticata precocemente, questa malattia può avere conseguenze molto gravi, consistenti in deficit di sviluppo sia fisico che psichico (cretinismo) del bambino.

I segnali che possono far sospettare l’ipotiroidismo congenito consistono in:

  • ipotermia corporea
  • difficoltà nell’alimentazione
  • costipazione e stitichezza
  • polso lento (bradicardia)
  • sonnolenza persistente
  • ittero prolungato
  • blocco della crescita

A tali sintomi precoci, spesso si associano altre manifestazioni tardive, come:

  • ipotonia muscolare
  • ingrossamento della lingua
  • capelli secchi e pelle disidratata
  • edemi generalizzati
  • pianto rauco

Se non viene trattata farmacologicamente mediante assunzione di ormoni tiroidei di sintesi, questa malattia spesso provoca un grave rallentamento dello sviluppo cerebrale.

La terapia consiste nell’impiego di tiroxina (ormone tiroideo T4) già dalle prime settimane di vita, che non deve essere più interrotto.

Ipertiroidismo neonatale

Quando la madre è affetta dal Morbo di Graves produce anticorpi anti-tiroide in grado di attraversare la barriera placentare e di stimolare la tiroide del feto a produrre una quantità di tiroxina superiore alla norma.

I neonati affetti da ipertiroidismo manifestano i seguenti sintomi:

  • polso veloce (tachicardia)
  • epidermide scura ed umida
  • appetito vorace
  • accrescimento rallentato
  • nervosismo ed irritabilità
  • aumento della frequenza respiratoria
  • cranio iposviluppato
  • milza e fegato ingrossati
  • occhi sporgenti (esoftalmo)
  • gozzo
  • ipertensione sistemica
  • vomito e diarrea

In alcuni casi si verifica anche la saldatura precoce delle ossa del cranio (fontanelle) accompagnata da una disabilità intellettuale.

Anche in caso di ipertiroidismo neonatale è possibile affrontare un percorso terapeutico che si avvale di principi attivi farmacologici.

I livelli di tiroxina vengono di solito monitorati ogni sei mesi mediante semplici esami del sangue e, a seconda degli indici rilevati, sono trattati con un protocollo terapeutico mirato.

In caso di malattie alla tiroide del bambino è necessario consultare un pediatra specializzato in endocrinologia, in grado di diagnosticare con precisione l’entità del disturbo per impostare la cura più efficace.

Di norma le femmine sono più soggette a questo disturbo rispetto ai maschi, probabilmente in rapporto con le loro modificazioni ormonali.

Sia l’ipotiroidismo che l’ipertiroidismo del bambino, se diagnosticati precocemente e trattati con le terapie giuste, consentono di vivere bene.

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