Canguroterapia: per i prematuri fondamentale anche durante la pandemia

La canguroterapia è una tecnica di contatto pelle a pelle tra il genitore ed il bambino che si è rivelata utile per ridurre la mortalità, le gravi malattie e la durata della degenza ospedaliera. Il suo effetto è molto importante anche per lo sviluppo emotivo del piccolo. La Kangaroo mother care funziona, anche in tempi di pandemia.

La Kangaroo mother care aiuta i nati prematuri

La canguroterapia prende il suo nome dai marsupiali australiani che vivono nella tasca ventrale fino a qualche settimana dopo la nascita per poi affrontare il mondo esterno solo quando si sentono pronti.

Il 15 maggio: è stata la giornata della Kangaroo mother care (kmc)– ed in questa occasione, si è tenuto un convegno on line dal titolo “Covid-19 e prematurità”. Ad organizzarlo due realtà molto importanti per lo sviluppo dei bambini, la Società italiana di neonatologia (Sin) e l’associazione Vivere onlus che ha lo scopo di fare crescere nel modo migliore i bambini nati prematuri. Dall’incontro è emerso che il contatto pelle a pelle tra il genitore ed il bambino è stato indispensabile per lo sviluppo fisico ed emotivo dei neonati anche durante la pandemia.

La Kmc in base a quanto emerso da diversi studi scientifici, riduce la mortalità dei bambini ed i danni cerebrali e favorisce il rapporto tra mamma, papà e neonato aiutando il piccolo ad adattarsi alla vita extrauterina con maggiore serenità. Questa terapia è particolarmente efficace con i nati prematuri che in Italia, ogni anno sono circa 32.000, un numero cresciuto nel 2020 a causa dello stress delle gestanti conseguente alla pandemia da Covid-19.

La canguroterapia durante la pandemia

La canguroterapia è oggi parte di una terapia in cui i genitori partecipano attivamente allo sviluppo fisico ed emotivo del bambino prematuro. Molti neonati ricoverati nella Terapia Intensiva Neonatale non hanno perso questa forma di supporto anche durante la fase più acuta della pandemia.

La Società Italiana di Neonatologia ha promosso un’indagine sulla qualità delle cure effettuate in 90 centri di terapia intensiva e sub intensiva neonatale del Paese nei mesi di febbraio e marzo del 2021. La kmc è stata praticata nel 67.8% dei centri, nel 31% dei reparti è stata ridotta di durata o di frequenza ed è stata sospesa solo nell’1.1% delle strutture.

Nei diversi reparti si sono adottati accorgimenti per tutelare la salute dei bambini e proteggerli dal Covid-19. In molti casi è stato possibile l’ingresso ad un solo genitore con l’utilizzo di mascherine, una corretta igiene delle mani e solo dopo il controllo della temperatura corporea. Alcuni reparti nei periodi in cui è stata registrata una maggiore diffusione del virus hanno consentito l’ingresso del genitore solo dopo l’esecuzione di un tampone naso-faringeo.

Il video della settimana

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *