Cartoni animati a scuola nelle ‘pause’: occasione persa o scelta inevitabile?

2 ottobre 2025 –

Sempre più genitori segnalano una nuova abitudine che si sta diffondendo in alcune scuole primarie: l’uso della LIM (lavagna interattiva multimediale) per proiettare cartoni animati negli ultimi minuti della giornata scolastica o nei cosiddetti “tempi morti”.

Un momento di pausa che, secondo alcune mamme, potrebbe trasformarsi in un’occasione preziosa per coltivare nei bambini l’amore per la lettura, invece che diventare un prolungamento del tempo trascorso davanti agli schermi.

Il cartone come “premio finale”

In molti casi, il cartone animato non ha alcuna finalità didattica, ma viene proposto come premio: “se fate i bravi, alla fine guardiamo un episodio”. Una scelta comprensibile se pensiamo alla stanchezza dei bambini a metà pomeriggio, ma che rischia di spostare la scuola su un terreno molto simile a quello domestico, dove lo schermo è già parte della routine quotidiana.

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Molti genitori, infatti, raccontano lo sforzo di limitare l’uso della televisione o dei dispositivi elettronici a casa, preferendo attività alternative come i giochi da tavolo, le costruzioni o la lettura condivisa. Uno sforzo che, a loro avviso, viene vanificato quando anche la scuola si affida ai cartoni come soluzione di intrattenimento.

Una “pausa” anche per gli insegnanti

È importante ricordare che la scuola primaria è un contesto impegnativo non solo per i bambini, ma anche per gli insegnanti. Dopo ore di spiegazioni, gestione della classe e attività laboratoriali, anche le maestre hanno bisogno di un momento di respiro.

In quest’ottica, il cartone animato diventa non solo un momento di svago per i piccoli, ma anche una breve pausa per chi li guida quotidianamente. Trovare un equilibrio tra la necessità di “stacco” degli insegnanti e la qualità delle attività proposte ai bambini è la vera sfida: esistono infatti alternative leggere e coinvolgenti che possono unire entrambe le esigenze, senza rinunciare a un contenuto formativo.

L’importanza delle “pause attive”

Le pause a scuola non dovrebbero essere un semplice riempitivo, ma un’occasione per proporre attività leggere, coinvolgenti e formative. Alcuni esempi potrebbero essere:

  • La lettura ad alta voce: un capitolo di un classico della letteratura per ragazzi può catturare l’attenzione e alimentare la fantasia.
  • I giochi di gruppo: indovinelli, giochi linguistici o di memoria sviluppano competenze sociali e cognitive.
  • Attività creative: disegno libero, brevi esercizi di scrittura o momenti di musica aiutano i bambini a rilassarsi senza ricorrere agli schermi.

La riflessione dei genitori non è una critica fine a sé stessa, ma un invito a riflettere sul ruolo della scuola come luogo in cui vivere esperienze educative uniche, diverse da quelle casalinghe.
La tecnologia è sicuramente una risorsa preziosa quando viene usata con finalità chiare, e non si vogliono certo demonizzare i 10-15 minuti di cartoni in più al giorno, ma nei momenti di pausa si può forse lasciare spazio a esperienze più autentiche e formative.

Perché i bambini, di cartoni animati, ne vedranno sicuramente ancora tanti. Ma l’opportunità di ascoltare una storia letta da un adulto, magari scoprendo un classico senza tempo o una cosa nuova, potrebbe essere un dono che li accompagna per tutta la vita.

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